03/02/2008 - È stata una sorta di cerimonia collettiva, in quanto animata anche da molte testimonianze allegre e commosse al tempo stesso, provenienti dal numeroso pubblico presente in sala, la 2ª Festa dei Funai, organizzata dall’Amministrazione comunale recuperando un’antica tradizione riguardante il giorno di San Biagio, appunto il 3 febbraio. La cerimonia si è svolta questa mattina presso l’auditorium comunale.
Dopo aver tenuto una interessante relazione sul tema Il giro del mondo in un sentiero. La cultura del mondo dei funai, il prof. Renato Novelli dell’Università politecnica delle Marche ha sollecitato i dettagliati ricordi di un funaio già premiato lo scorso anno, il signor Domenico Nico, che ha tenuto altrettanto viva l’attenzione del pubblico, stimolato ad intervenire in più occasioni. Ma interessante e viva è stata anche la testimonianza fuori programma del prof. Tito Pasqualetti, che ha raccontato a sua volta episodi di vita e i nomi di alcuni funai.
Novelli ha ricordato che ogni sette anni un funaio compiva sul sentiero del proprio posto di lavoro una distanza pari alla circonferenza terrestre, e che quella società ha contributo essa pure allo sviluppo del “gusto collettivo”, nella preparazione di piatti tipici come nelle opere dell’ingegno, per esempio nello sviluppo di alcuni macchinari. «Il mondo dei funai», ha affermato Novelli, «è stata l’anima profonda della città, pur simboleggiata dai suoi audaci pescatori». Novelli ha pure ricordato la “marcia dei funai” che si svolse il 14 febbraio 1952 per rivendicare importanti diritti sindacali.
Il sig. Nico ha ugualmente sottolineato il ruolo dei funai nella rinascita dell’economia cittadina dopo la seconda guerra mondiale e l’interruzione che lo svolgimento di quest’“arte” aveva subito durante il conflitto: le oltre 30 piccole aziende che sorsero allora e che caratterizzavano il paesaggio cittadino, lungo i torrenti Albula e “delle Fornaci”, in zona Tirassegno, in piazza Cesare Battisti e altrove. Nico ha rievocato le “gesta” di famiglie come i Merlini, che impiantarono un’impresa a Zara negli anni ’30, o della famiglia Pignati, che fece altrettanto in Perù, e delle stesse e altre ancora, che vendevano i loro prodotti in tutta Italia, da Gallipoli a Trieste, da Palermo a Genova, da Viareggio alla Francia. E inoltre i dettagli tecnici del lavoro, per esempio i 40 km di filo che un funaio ricavava da ogni chilogrammo di canapa. Nel periodo successivo alla guerra,ha raccontato il sig. Nico, più di 2 mila persone lavoravano intorno al mondo delle funi, compresi bambini di 7-8 anni e “retare”.
La mattinata all’auditorium si era aperta con i saluti dell’assessore alla Cultura Margherita Sorge, dell’assessore alle Politiche del mare Settimio Capriotti, e della presidente del Circolo dei Sambenedettesi Benedetta Trevisani. Quest’ultima ha accolto il suggerimento del sindaco Gaspari, di dedicare uno dei “Giovedì del Circolo” alla perlustrazione dei luoghi dei funai, presenti in passato in buona parte della città, e proposto che San Benedetto possa presto dotarsi di un monumento ai funai. Tutti hanno ricordato il contributo dato dai funai all’economia cittadina, allo sviluppo e al progresso della città, ancora oggi è ai vertici nazionali per la produzione di cavi, benché in acciaio e non più di canapa.
Dalle testimonianze raccolte in città è stato possibile rintracciare quest’anno 31 funai (alcuni ancora pochi minuti prima dell’inizio della cerimonia), più due “retare” (le signore Silvana Lattanzi e Silvana Tremaroli). A queste ultime è stata consegnata una mattonella del Circolo dei Sambenedettesi, oltre allo stesso attestato e allo stesso cd con poesie dialettali consegnato anche ai funai. Al termine della cerimonia altri ex funai si sono segnalati per la cerimonia del prossimo anno (i nomi per la prossima edizione si raccolgono anche all’Ufficio relazioni con il pubblico, aperto in viale De Gasperi 124 dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 14, e-mail urp@comunesbt.it, tel. 0735.794555).
Quest’anno sono stati premiati i seguenti funai: Adelmo Ascolani, Giuseppe Colli (ex prefetto di Ascoli Piceno, il quale era assente, ma ha fatto pervenire i suoi saluti e il suo elogio per l’iniziativa), Francesco Curzi, Mario Cutella, Pietro Galiè, Francesco Granno’, Franco Mangiola, Giovanni Melchiorri, Eugenio Merlini, Giovanni Merlini, Pietro Merlini, Biagio Mignini, Giuseppe Moretti, Mario Offidani, Pietro Offidani, Benito Piattoni, Giulio Piattoni, Nunzio Piattoni, Benedetto Pignotti, Giovanni Quondamatteo (poeta dialettale, assente in quanto ritirava oggi stesso un premio in provincia di Roma, assegnatogli dall’Università delle Tre Età), Federico Ricci, Giulio Ricci, Mirella Romani (figlia di Alfonso, uno degli inventori della “macchinetta” per filare la canapa), Mario Rosati, Pietro Rosetti, Nazzareno Rosetti, Gaetano Spagnolini, Nicola Spinozzi, Benito Spurio, Fernando Testa, Francesco Vagnoni.
Consultare in allegato la relazione del Prof. Novelli "Il giro del mondo in un sentiero"