L' APPROVAZIONE UE DEL PIANO DI SVILUPPO RURALE AVRA’ GRANDI EFFETTI POSITIVI PER IL SISTEMA
Le Centrali Agci, Confcooperative, Legacoop e Unci chiedono
alla Regione Marche che vengano subito predisposti i bandi
e i programmi attuativi
Ancona, 21 dicembre 2007 - “La soddisfazione maggiore sta nell’avvenuta approvazione del Piano da parte dell’Unione europea, che spazza via tutti i rischi di un possibile disimpegno e consente di procedere da subito alla fase operativa dei bandi e dei programmi attuativi iniettando nel sistema rurale i primi 60 milioni di euro per il 2007-2008 dei 202 milioni assegnati alle Marche per gli anni dal 2007 al 2013”. Lo sostengono le Centrali cooperative delle Marche, Agci, Confcooperative, Legacoop e Unci.
“Questo PSR produrrà effetti positivi sul tessuto produttivo delle Marche, regione rurale d’Europa – sottolineano le quattro Centrali - se sarà in grado di innescare il protagonismo dei soggetti in campo. Questo è lo strumento più efficace attraverso il quale i produttori, singoli o associati, ormai liberi dai condizionamenti della Politic agricola comune, possono veder migliorate le proprie condizioni di reddito e di lavoro. Alla Regione Marche è richiesto di assolvere al meglio al proprio ruolo di regia, ma ai soggetti economici di presentare progetti di qualità.
Questo è un impegno da noi già dichiarato in tutta la fase del partenariato da oggi dalle dichiarazioni siamo impegnati a passare ai fatti ed è quello su cui le cooperative, che si configurano già come aggregazioni di filiera così raccomandate dalla Ue, sono impegnate a lavorare”.
Per Agci, Confcooperative, Legacoop, Unci “è il momento di dimostrare con validi progetti che la filiera, cioè il legame organico e, nel caso delle cooperative, societario, fra le fasi della produzione, trasformazione e commercializzazione è una risposta al produttore che ricerca un miglior reddito ed un consumatore che cerca prodotti sicuri, di qualità e possibilmente, a costo accettabili. E’ anche il momento di dimostrare come le cooperative agroforestali possano assolvere al meglio al loro ruolo di baluardo alla fuga e l’abbandono delle aree interne attraverso le attività di forestazione, manutenzione del suolo e valorizzazione turistico-culturale di quei territori. E’ una sfida impegnativa che le Centrali si sentono di assumere con una ragionevole dose di fiducia perché sanno di poter contare su realtà consolidate ed un gruppo di dirigenti, anche giovani e motivati, pronti a cimentarsi con i rischi del nuovo che comunque si impone”.