di Sara Di Giuseppe
Via libera alla caccia al cinghiale tutto l’anno “per risolvere l’emergenza selvatici”: il Consiglio Regionale accoglie così il grido di dolore di Coldiretti Marche (stampa locale del 18.12).
Scenari biblici nelle accorate parole di presidenteluzi: cinghiali in passeggiata libera = calamità naturale, questione di ordine pubblico ed economico (sic).
[ Peggio dell’invasione dei canguri nel 2005 a Canberra; peggio di quella delle cavallette lo scorso novembre (sempre in Australia, super-iella); peggio di quella dell’anatra mandarina della Russia nel ’91 a Sumqayt ].
Il fatto è che contro gli irsuti suidi non ce la possono fare nè la Bossi-Fini con un lager ad hoc (pardon, CPT) né il sinistro La Russa con tutto il suo Settimo Cavalleggeri.
Già, perché di immigrati si tratta. Come sanno tutti – tranne Biancaneve e i furbi che fingono di non sapere – di cinghiali che parlano italiano - autoctoni, insomma - non ce ne sono più. Quelli nostri, piccoli e “leggeri” (sui 70 kg.), li han fatti fuori da tempo. Quelli per i quali ora inizia la libera mattanza, grossi fino a 200 kg. e super prolifici, sono foresti (“alloctoni”): prevalentemente parlano slavo e qua non ci sarebbero mai venuti se non ce li avessero portati i paccuti interessi delle lobbies della caccia. Degli stessi che ora strillano “dagli, al cinghiale!”. Quando si dice le coincidenze. Viene il dubbio che abbiano una pessima mira, gli squadroni della morte (in formazioni da 40!) che sparacchiano in giro, se i cinghiali anziché diminuire aumentano.... [e compaiono pure dove non s’erano mai visti: nelle isole per esempio, dove forse arrivano a nuoto o sui gommoni della speranza].
Con le Province benedicenti la libera caccia al cinghiale per tutto l’anno – e che sia un emendamento bipartisan alla finanziaria soddisferà pienamente il suide - luminose prospettive si aprono per il cinghial-consumo e correlate saccocce. Di quello - come del maiale - non si butta via niente, e produttori e commercianti e ristoratori festeggeranno grati il gigantesco affare. Nelle foto-ricordo i “cavalieri dell’ambiente” caricati a pallettoni poseranno inghirlandati di salsicce prosciutti e salami. La caccia dilagherà bucolicamente per le apriche selve, si allargherà gioiosa ai campi coltivati e alle strade asfaltate, giungerà lieta alle case visitate dal sanguinario cinghiale. Per un Natale più festoso essa potrà svolgersi nelle vie del centro, come allegra sagra-safari per la gioia di grandi e piccini…
[ Al buon vignettista Vauro – soprannominato, ahilui, “Cinghiale” – converrà d’ora in poi evitare le Marche, o dovrà vender cara la pelle].
P.S./ “Per controllare e mantenere nei giusti limiti la popolazione dei cinghiali e i danni prodotti, esistono vari metodi incruenti e poco costosi: recinzioni elettrificate, sterilizzazione, foraggiamento dissuasivo, campi coltivati a perdere, recinti odorosi, reti di protezione, segnaletica stradale, dispositivi ottici riflettenti ecc. già utilizzati efficacemente in altri paesi del mondo. Ma il sistema più semplice ed efficace, fra tutti, sarebbe quello di vietare l’allevamento, il trasporto, la vendita, ecc. di animali vivi .( da Apertis verbis.org, 2004 )”
22.12.’08 SDG