di Sara Di Giuseppe
Straordinario Muntadar! Con 170 giornalisti iracheni ammazzati dal 2003 ad oggi (“Corriere della Sera”), con lo stesso reporter sciita subito arrestato e rinchiuso in località ignota, con le minacce di morte indirizzate ai suoi famigliari dai gorilla del primo ministro, solo qualche demente liquiderebbe il suo lancio a Bush di scarpe n.44 come folklore, intemperanza, mancanza di self-control, violenza, aggressione (!)
Sapeva quel che faceva, il 28enne Muntadar al Zeidi, e che cosa rischiava. Il suo braccio palestrato non ha sbagliato mira e Bush non le ha prese in fronte perché s’è scansato il giusto, mossa che gli viene bene da un sacco di tempo.
Gran lezione etica per tanti "giornalisti" nostrani, addomesticati porgi-microfono incapaci di scarpate anche solo metaforiche, figurarsi reali [e rischierebbero massimo qualche mugugno, mica di finir desaparecidos…]
A Muntadar auguro di farcela, e gli sono grata. Perché ho ricominciato a sognare.
Perché noi che – in Italia e Marche – con le scarpe siamo bravi, da oggi ne produrremo ad hoc.
Scarpe da lancio. Riutilizzabili e perciò anti-spreco, compatibili con stagnazione o recessione (diversamente dalla torta in faccia, di pronta efficacia ma “a perdere”). Dal tipo per lancio locale a quello – più sofisticato – per lancio nazionale, nuovo vessillo per grandi manifestazioni, scioperi, “onde”...
Sceglieremo il modello in base a scopo del lancio e tipologia dell’obiettivo. Scarpa comune (bassa) per lanci ordinari; scarpone montano per messaggi più corposi; tacco-a-spillo per effetto penetrante; scarpa-frisbee, piatta, per lanci raso-terra livello Brunetta; scarpa Prada per lanci vaticani; scarpa multicolor per politici-pagliacci; scarpa-frombola, con lacci, per lanci medio/lungo raggio su obiettivi distanti o sopraelevati (tribune, palchi d’onore ecc.); scarpa recante diciture varie: nome del lanciatore, maledizioni, richiesta di benedizioni alla divinità per guidare il “proiettile”, eccetera.
Mai più subiremo, rassegnati o impotenti, scombicchierati vaniloqui di politici, alti prelati, responsabili della res publica, tagliatori di nastri, opinionisti in carriera, intellettuali presunti. Un liberatorio lancio di scarpa esprimerà d’ora in poi i sensi del nostro gradimento.
Nuovi orizzonti per noi “società civile” anestetizzata dal servilismo mediatico, lobotomizzata dalla rassegnazione al peggio, triturata dal chiasso della stupidità, annegata nel brodo del conformismo. Fiorirà una letteratura specializzata, trattati e pamphlet analizeranno il valore (ri)educativo della "scarpa lanciata" nell’era della genuflessione di massa. Rifioriranno i creativi pubblicitari, gli sportivi, le palestre. Un lancio di scarpa regolamentare potrebbe già assestarsi sui 70 metri, dipenderà dalla tecnica di lancio, dai materiali, da come sei dopato.
Insomma, è nella civile protesta che la scarpa si innalzerà con orgoglio da oggetto di consumo ad emblema di libertà e riscatto. Rendendo perfino nobile il lanciatore. “Cavaliere” dell’Ordine della Scarpa. Lanciata.
16.12.’08 SDG