CULTURA: GIORGIO ED ERIKA FUA’, INSIEME CON IRONIA
La storia di due intelligenze, dagli anni del fascismo alla Repubblica,
unite dal desiderio di essere protagoniste della cultura, narrate in un incontro
con lo storico Lorenzo Verdolini per il ciclo “Sovversivi e notabili ad Ancona”
Ancona, 13 giugno 2008 – “Avevamo il desiderio di essere protagonisti della cultura, avevamo un senso calvinista della responsabilità. Abbiamo sempre pensato che il merito non è essere intelligenti, questa è una fortuna avuta dalla vita. Il merito è saper usare questa intelligenza, farla fruttare per il proprio bene e per quelli che ti stanno intorno, per il mondo di cui sei un piccolo protagonista. Questo pensiero lo abbiamo vissuto insieme”. Sono le parole di Erika Fuà ad esprimere la “filosofia” di un rapporto di amore e di complicità intellettuale che ha accomunato la sua esistenza con quella del marito Giorgio Fuà, economista, collaboratore di Adriano Olivetti e fondatore dell’Istao, di cui si è parlato nella conferenza “Giorgio ed Erika dal fascismo alla Repubblica” per il ciclo “Sovversivi e notabili ad Ancona”, promossa dal Museo della Città insieme alla Provincia di Ancona, all’assessorato comunale alla Cultura in collaborazione con l’Istituto Storia Marche ed organizzata dalla cooperativa Forestalp.
I primi anni insieme passati da “ebrei erranti”, quelli di Giorgio Fuà e di Erika Rosenthal, descritti anche nel libro “Fuga in due”, che sono emersi dal confronto di Erika con lo storico Lorenzo Verdolini che, con le sue domande, ha permesso di ripercorrere il viaggio di questa coppia d’amore e di mente, dalla conoscenza a Milano alla vita ad Ancona, tracciando, in contemporanea, il passaggio dall’Italia fascista e delle leggi antirazziali alla nascita della Repubblica. “Una storia – ha detto Verdolini – che, nel tempo, è sempre stata accompagnata dall’ironia di Giorgio Fuà all’allegria di Erika come quando, per citare un episodio, la mamma di Erika, contraria al matrimonio fra i due giovani, dichiarò solennemente di volersi suicidare pur di impedire la consacrazione dell’unione”.
Erika ha ricordato la nascita del “Gruppo di Ancona”, l’incontro di giovani economisti sotto la guida di Fuà, docente alla neonata Facoltà dorica di Economia e commercio. “Giorgio – ha detto Erika – aveva lo scopo di essere un propulsore di cultura per raggiungere i giovani ed aiutarli ad allenarsi e a studiare per diventare persone in grado di intervenire sulla realtà. Per lui era importante capire che un leader è colui che apre una strada, non un dittatore o uno che impone le decisioni”. Ricordando gli studi del marito sul modello economico regionale, ha ricordato l’esperienza da sfollati, dopo l’armistizio del ’43, nelle campagne di Polverigi (An), che ha permesso loro di capire lo spirito dell’imprenditore marchigiano, a partire dall’essere “fattore” del contadino e del mezzadro. E della persecuzione subita, perché ebrei, Erikà Fua ha ricordato, alle sollecitazioni di Verdolini, che “tutti gli ebrei, quelli che hanno vissuto l’esperienza dei campi di concentramento o della fuga, hanno cominciato a parlare 40-50 anni dopo quei fatti perché non erano solo dolore ma orrore”.
Il prossimo appuntamento di “Sovversivi e notabili” sarà il 19 giugno, alle 18 nel Cortile interno del Museo della Città, con Vittorio Salmoni su “Lo sviluppo della città dal primo ‘900”. Per informazioni tel. 071-2225037.