di Piero Giorgio Camaioni
Cupra e Grottammare anticipano anche la politica estera.
A maggio, quando comparve quel pazzesco manufatto sulla spiaggia cuprense lungo la carovaniera ciclo-pedonale, pochi capirono che l´ispirazione architettonica non era locale ma libica.
Svettanti palme, murarie sagome di tende beduine, postazioncine per cannoni rivolti verso il mare, mascheramenti di legno alla Kengo Kuma. Adesso c´è chi prende il sole sui lettini, chi fa il bagno e la doccia (foderata a mosaico romano), chi osserva ad est l´orizzonte (ma sbarchi non ci sono). Sembra uno chalet, va bene.
Ma ora che "Silvione l´Africano" ha incontrato il Colonnello (dopo aver bussato alla sua porta - pardon, tenda - con i piedi), anche da queste parti si vedranno gli ulteriori effetti dello storico accordo. Effetti edilizi.
Infatti è assurdo che un così lungo tratto di costa ( Cupra-Grottammare ) sia ancora quasi sprovvisto di chalet-difensivi. Bisogna provvedere, per la sicurezza. E far presto.
Per esempio, a cominciare da Cupra, i proprietari di tutti quegli appezzamentini sulla spiaggia, "graziosamente" recintati e farciti di tutto - di ombrelloni sdraio scivoli dondoli fornacelle ecc. - ma insufficientemente attrezzati per il turismo cafone, si comprino mattoni e soprattutto cemento e costruiscano in libertà. Avvitino un po´ di palme (libiche) nella sabbia. Costringano gli amici architetti ad ispirarsi alla famosa tenda: "piccoli Gheddafi".... E si sbrighino, prima che quello ci ripensi. Tranquilli, Torquati firma. Il demanio chiude un occhio.
Per ogni evenienza, si procurino qualche statuetta indigena da regalare al Colonnello, ma col culo coperto, che laggiù sono un po´puritani.
03.09.´08 PGC