Paolo Benvegnù “500”
Etichetta: La Pioggia Dischi Brani: 500 / Nel silenzio / 75 giorni / Marzo 13 / Superstiti Produttori: Michele Pazzaglia, Guglielmo Ridolfo Gagliano, Paolo Benvegnù, Fabrizio Barbacci
Prendete 1784, il brano che chiudeva “Le labbra”: il nuovo ep di Paolo, “500”, è per buona parte frutto delle intuizioni di quel pezzo meraviglioso, qui rese in armonie avvolgenti e ballate sensibiliste e suggestionabili sì, ma anche luminose e carezzevoli come raramente era stato in precedenza. Più che la title-track posta in apertura, forse il pezzo meno memorabile della mini-raccolta, sono proprio le ballate che seguono a settare il livello artistico ed emozionale di questo nuovo lavoro. Nel panorama indie nazionale Paolo somiglia ad uno di quei pesci combattenti sui quali ha scelto di incentrare l’artwork di “500”, un artista a sé, in direzione ostinata e contraria, armato solo della propria arte sublime. I brani di “500”, al pari di qualsiasi cosa l’ex Scisma abbia scritto, registrato e suonato da quando ha intrapreso la strada solitaria, dimostrano come il rock possa davvero dare del tu all’ineffabile e al sublime. Trattasi di brani in cui non si mostrano emozioni, non si fotografano non si cantano. Paolo vi entra dentro, dritto al cuore ultimo di tutte le emozioni che animano il suo scrivere. Nelle sue canzoni l’attesa è sempre stata incantevole, la purezza necessità vitale, l’amore un sussulto nascosto in qualche punto a metà strada tra la lotta e l’arrendevolezza, ma ascoltando le sue ultime ballate l’impressione è che il sentimento delle cose parli qui meglio che altrove. Per credere ascoltare i versi reiterati del finale di 75 giorni («vèstiti come una sposa/nell’alba accecante di rose/tutto è possibile») e, soprattutto, la conclusiva Superstiti, dall’inizio alla fine a volume alto, possibilmente davanti ad una finestra in cui il sole si riflette regalandovi il dubbio del mare davanti. In Superstiti ci sono due amanti che si svegliano su un giorno in cui si prevedono amplessi e fughe («tiepido il mattino/cercati, trovami ancora/come dei superstiti quando si aiutano/quando le parole non contano/ora è un altro giorno che non ci dividerà/luce persa che non ti abbandona») e si rivelano il segreto del sonno appena finito. Perché a queste latitudini erotismo e desiderio sono crimini che non riescono a negare la purezza nemmeno in sogno.
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