di Maria Pia Silla *
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2007-10-03 - La Fondazione, conscia di essere tra le poche istituzioni in Italia a promuovere il “documentario”, come genere e come tramite di comunicazione sui generis, perché alieno dalle strategie di commercializzazione, manifesta la propria soddisfazione sull’andamento della rassegna, sulle novità proposte, sulla ricchezza del programma e dei temi sottoposti al proprio pubblico.
La notorietà dell’evento è attestata anche dal fatto che, se si inseriscono in un motore di ricerca online le parole “rassegna del documentario”, senza altro aggiungere, per due pagine consecutive si rimanda alla rassegna sambenedettese. Indiscussi cambiamenti, subiti per cause di forza maggiore, sono connessi alle locations: la rassegna ha fatto da madrina al Teatro delle Energie avviando il primo ciclo di attività all’interno della struttura. Un teatro ben congegnato, dotato di tutti i confort, ma ancora non molto conosciuto, lo dimostrano le innumerevoli telefonate ricevute dallo staff per le indicazioni stradali, un punto di debolezza anche il decentramento rispetto al Calabresi, sede abituale, ma in fatto di pubblico, specie in riferimento al serale, la Fondazione può dirsi soddisfatta.
Il ‘Bizzarri’ quest’anno ha voluto concedere maggiore spazio ai giovani, dal momento che, attraverso la comunicazione telematica, essi sono testimoni e protagonisti di sperimentazioni audiovisive; a questo proposito si rammenta il lancio di una nuova sezione “Il nostro tempo è ora”, completamente gestita da ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni (il Gruppo Giovani della Fondazione). Nelle due giornate dedicate a “Il nostro tempo è ora”, sono stati proiettati gli 8 documentari in concorso e parallelamente avviate attività di dibattito con gli autori o con i giovani organizzatori, un forum che ha visto il contributo di esperti (R. Peronetto, C. Infante, G. Girelli) sui temi della distribuzione, della comunicazione e della produzione cinematografica, in rapporto ad internet, una Lectio Magistralis su Antonioni tenuta da G. De Santi, la proiezione (fuori concorso) di documentari su Pasolini e Antonioni, di videoclip musicali, nonché del documentario “Il passaggio della linea”, di P. Marcello, che ha ricevuto il Premio Fondo per lo Sviluppo 2006 dalla stessa Fondazione, uno dei contributi che ha permesso di terminare il lavoro, presentato quest’anno al Festival di Venezia dove ha ricevuto la Menzione Doc It.
A testimonianza dei riscontri positivi che la sezione nascente ha ricevuto, direttamente dalla casella di posta elettronica della Fondazione si riporta un estratto del messaggio inviato da A. Di Gregorio, il regista di “8744”, documentario vincitore de “Il nostro tempo è ora”:
“Ciao a tutti,
Francesca, Fabrizio, Lorenzo, Valentina, Cristina, Umberto, Marco e
tutti quelli che ho dimenticato. Sono rientrato a Roma e devo dire
che sono stato subito invaso da una strana tristezza. Avete presente
quella sensazione spiacevole che ti prende quando, dopo aver passato
una bella avventura o semplicemente trascorso dei bei momenti in
compagnia di amici, sei costretto a partire e a lasciare tutto? Ecco,
è esattamente quello che sto provando. Sarà perché ho passato 3
giorni intensi di emozioni, di bei documentari e di nuove amicizie.
Come vi ho detto mi sono sentito a casa. Non mi sono ritrovato nel
classico festival fatto di vecchi e pomposi, e spesso inutili,
personaggi pronti a vestire i panni di dotti saccenti del cinema che,
dall'alto della loro infallibilità, sono pronti a giudicare tutto e
tutti. Mi sono semplicemente sentito tra amici che condividono la
stessa passione e che, in maniera semplice e informale, cercano di
trovare nuove opere, nuove strade, nuovi linguaggi e un libero
confronto in modo che ognuno di noi autori possa crescere e
realizzare opere sempre migliori o almeno non ripetere gli stessi
errori.” (…) A. Di Gregorio
Degne di lustro, quest’anno, le iniziative che hanno integrato e arricchito il concorso “Città, Architetture, Territori”, a tale proposito si rimanda a “Design nelle Marche”, coordinato da Lucia Pietroni, docente della Facoltà di Architettura di Camerino. Grande partecipazione hanno avuto la serata inaugurale della mostra di design allestita presso la Palazzina Azzurra (oltre 300 gli ospiti), il convegno “Made in Italy & Italy in Made” presso l’istituto alberghiero che ha vantato la presenza di nomi illustri nell’ambito della produzione e progettazione di beni di consumo su vasta scala. La Rassegna Bizzarri ha tenuto a battesimo anche una collana editoriale, “Design”, curata e diretta da Vanni Pasca per Lupetti-Editori.
I 14 documentari selezionati per il concorso, a detta della giuria, hanno offerto un quadro esemplare delle dinamiche di produzione marchigiana e dato una lettura originale dei prodotti e del mercato made in Italy in uno scenario compromesso dalla globalizzazione.
“Italia Doc”, che la Fondazione definisce “spina dorsale” dell’intera rassegna, per la sua apertura a livello di contenuti e agli artisti, ai quali è offerto uno spazio, si spera sempre meno di nicchia, in cui rivelarsi e dialogare per immagini; “spina dorsale” anche a livello organizzativo, poiché sono i temi proposti da questa sezione a dettare le linee programmatiche di ogni giornata.
Un programma articolato in sei giorni, ricco di ospiti quali Rita Borsellino, Gioia Longo, Silvano Agosti, Renato Nicolini, Giacomo Furia, Rita Capponi (tra i nomi più celebri), preziosi risultati si sono avuti a seguito della Prima Giornata Internazionale del Documentario, indetta in via sperimentale dalla Fondazione Bizzarri, che ha portato ad instaurare un ponte di scambio e comunicazione con Dakar. La capitale senegalese ha mobilitato documentaristi di fama nazionale per la videoconferenza e omaggiato il pubblico in sala con 2 documentari di difficile reperimento in Italia. A confermare la volontà e l’entusiasmo nel diffondere il genere documentaristico, è stata fatta pervenire in Fondazione la rassegna stampa africana che ha fatto seguito all’iniziativa.
Positivo anche il sostegno offerto dalla Fondazione a Stefano Mencherini e alla sua proposta, per altro accolta dai vertici Rai, di progettare un laboratorio deputato all’inchiesta e al documentario sociale. Un tema scottante, quello del servizio pubblico invaso da format di discutibile spessore e poco attento all’informazione, di cui il ‘Bizzarri’ si è fatto portavoce promuovendo un forum di giornalisti e registi: S. Mencherini (“L’Unità”), B. Cremagnani (“Diario”), M. Citoni, M. Alberizzi (“Il Corriere della sera”), G. Gallozzi (“L’Unità”), R. Nicolini.
Spesso i numeri sono più incisivi delle parole, non sottendono altri messaggi, ma nel rendere la quantità esatta dei contributi restituiscono una lettura in termini di impegno da parte dell’organizzazione, di varietà, di proposte, di volontà, di risorse che si sono messe a frutto o che si intende canalizzare meglio pensando alle edizioni future.
242 sono il totale delle proiezioni offerte dalla rassegna nel corso delle sue 9 giornate
196 i lavori in concorso
46 i documentari fuori concorso
6 Forum attivati, due Lectio Magistralis, 1 corso di formazione rivolto alle scuole e diviso in 2 moduli
Oltre 150 i lavori presentati dalle scuole al concorso “Media ed Educazione”, questo dato è emblematico sia nel delineare il rapporto stretto tra la didattica e il documentario, sia nel mappare la diffusione e la portata della rassegna al di fuori della regione Marche e del territorio Piceno. Infatti si è riscontrato che la maggior parte degli elaborati provengono al di fuori di queste aree, così come la giuria de “Il nostro tempo è ora” (che ha aderito al bando online) è stata al 50% di provenienza extraregionale.
Consiglio di Amministrazione della Fondazione Libero Bizzarri
( * ) Presidente: Maria Pia Silla