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Ovopedia

di Urso Alex

 

  Sull’Espresso leggo qualcosa di sconcertante, inquietante, assurdo. Reale. Il contenuto del testo, firmato da Peter Gomez, si snoda attorno l’ormai prossima nascita di Ovopedia, enciclopedia interattiva che si prefigge un compito senza precedenti: rivisitare in duemila clip all’anno le tappe più importanti della storia mondiale. Da Aristotele a Sant’Agostino a Stalin, eminenti (!) storici si cimenteranno nel proporre in filmati gli eventi più caratterizzanti della storia universale, realizzando un imperioso contenitore visivo di educazione e sapere da trasmettere in tv e sul web.

Tutto molto interessante, se non fosse che a finanziare il progetto sia una società collegata alla Fininvest, ed ai vertici dell’amministrazione risieda Paolo Mazzoni, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi.

 

   

Gli uffici dove gli uomini di Silvio Berlusconi provano a riscrivere la storia sono in via Marroncelli, in un cortile della vecchia Milano. Qui ormai da un anno lavorano a pieno ritmo e nel segreto quasi assoluto una quarantina di persone. Sono i dipendenti e i collaboratori di Ovo, una srl partecipata al 47 per cento da Trefinace, una società lussemburghese che fa capo alla Fininvest. Ovo ha un obiettivo, anzi una missione, creare Ovopedia la prima enciclopedia in videoclip del mondo: un'opera colossale da migliaia e migliaia di voci che tra qualche mese entrerà nelle case degli italiani via satellite, e forse sul digitale terrestre, e sul Web.

 
Responsabile del progetto, molto apprezzato dall'ideatore di Forza Italia Marcello Dell'Utri, è un ragazzo simpatico e carino di 35 anni: l'ex vj Andrea Pezzi
che presiede la società e la controlla al 53 per cento attraverso Nova Fronda, un'altra srl il cui nome si richiama direttamente al singolare credo psico-filosofico di Antonio Meneghetti, un ex frate francescano dal burrascoso passato giudiziario che negli anni '70 ha fondato l'ontopsicologia, una disciplina che ha come scopo la "formazione del leader, inteso come intuizione attiva di soluzioni per il collettivo".


Nel febbraio del 1998 l'Associazione di Ontopsicologia si è guadagnata quasi una pagina in un corposo rapporto del ministero dell'Interno su "sette religiose e i nuovi movimenti magici in Italia". Ma all'ex frate sentir dipingere la propria organizzazione come una psicosetta nella quale "verrebbero attuate metodologie dirette a modificare il carattere e la personalità dell'adepto, al punto di ottenere il totale condizionamento e devozione nei confronti del fondatore", proprio non andava giù. Così Meneghetti ha intentato causa al Viminale ed è riuscito a ottenere un risarcimento civile per danni d'immagine di alcune decine di milioni di lire.

 


Setta o non setta, resta il fatto che Meneghetti, considerato da Pezzi "un uomo straordinario e quasi magico", propaganda teorie storico-politiche sconcertanti (vedi articolo a pag. 48). Dichiaratamente filo russo e anti americano, nei suoi scritti e nelle sue conferenze l'ex frate sostiene la necessità di "relativizzare l'olocausto ebraico", perché "bisogna ricordare che gli ebrei non sono l'unico popolo che ha sofferto e pagato". "Io ho visto", spiega, "alcuni ebrei, ma anche molti italiani, molti tedeschi, molti russi e molti austriaci, morire. Ognuno ha perso, la guerra è bestiale. Tutti abbiamo perso, tutti siamo stati cattivi, tutti siamo stati partigiani".

 


Così Adolf Hitler, ma pure Josif Stalin, secondo Meneghetti, vanno studiati dal punto di vista del loro essere interiore, senza mai dimenticare che "la realtà è come una partita di scacchi, in cui il vincitore fa le leggi, scrive la storia e definisce la morale". "Se avessimo potuto indagare l'obiettiva motivazione interna di un leader", dice Meneghetti, "con sorpresa di molti si sarebbe notato che le fonti culturali di un Hitler sono nella dottrina dei Dalai Lama del Tibet. Lì sono i fondamenti ispirativi che giustificano il suo modo di fare, che sostanzialmente non era un voler occupare gli altri, ma voler purificare e salvare il mondo".



Simili teorie hanno una ricaduta diretta sulla linea editoriale di Ovo. In via Marroncelli, infatti, non è il solo Pezzi a frequentare i corsi a pagamento (2.500 euro) di Meneghetti, ribattezzati 'residence lideristici' e indirizzati - in Italia, in Russia e in Brasile - a "professionisti, imprenditori e politici di qualsiasi estrazione". Con lui sono seguaci del 'professore' anche il direttore editoriale Simone Ciaruffoli, un ex autore di 'Camera Cafè', la sit-com in onda su Italia 1 e l'ex direttore di produzione Andrea Andreini, proveniente dalla tv satellitare de 'Il gambero rosso', mentre in redazione circolano in numero copioso vari manuali e libri di ontopsicologia. Il risultato è per molti versi inquietante. 'L'espresso' ha potuto visionare in anteprima alcune delle videoclip finora prodotte.

 

In quella dedicata 'All' ascesa del nazismo', accanto a un montaggio incalzante tipico dei video musicali, accompagnato da una colonna sonora decisamente furba e coivolgente, la storia della presa del potere da parte delle croci uncinate è presentata senza indugiare in alcun tipo di giudizio storico, etico o morale. Hitler diventa così solo un leader dal fortissimo "carisma personale e dalle straordinarie virtù di oratore", mentre la questione del 'Mein Kampf', ovvero della Bibbia del nazismo, viene liquidata senza far cenno al razzismo e limitandosi a dire che nella sua opera il Führer "afferma che l'attuale declino della Germania dipende da un complotto dei comunisti e degli ebrei volto a seminare discordia e indebolire l'economia del paese".

 


È un po' quello che sostiene Meneghetti riferendosi all'Italia. Già nel 1997, l'ex frate scriveva: "Gli Stati Uniti - con l'appoggio del denaro ebraico (la stampa, ndr) - attraverso la 'demonizzazione' del leader hanno determinato il frammentarismo del potere del leader naturale della nostra nazione". E poi continuava dicendo che, se papa Wojtyla "va a pregare nella Sinagoga, ciò succede perché gli ebrei hanno aiutato una situazione bancaria (i debiti dello Ior, ndr)".

 


Insomma, viste le posizioni del 'professore', non stupisce che Hitler, stando a quanto riferiscono una serie di fonti interne a Ovo, nella biografia a lui dedicata secondo i vertici della società dovesse essere definito "un personaggio controverso", ovvero con la stessa frase che chiude il video su Stalin. Anche in questo caso viene messa in evidenza "la forza d'animo" del dittatore comunista e dopo un passaggio sui milioni di morti da lui causati "per mantenere l'ordine", la clip si conclude con queste parole: "Figura controversa del '900, l'uomo d'acciaio lascia dietro di sé un impero".

 
Non è un caso. Agli autori dei testi di Ovopedia, in gran parte giovani con pochissima o nessuna esperienza nel campo dell'informazione storica e scientifica, viene fornito un format preciso, che ha come comune denominatore: "La volontà".


In Ovobio, la sezione dell'enciclopedia interattiva in videoclip dedicata agli uomini che nel loro campo hanno lasciato il segno, si ordina di "mettere in luce la volontà del personaggio di raggiungere i suoi obiettivi e l'intelligenza nel saper applicare questa volontà". Mentre nel piano dell'opera Meneghetti compare tra gli "intellettuali e i mistici" cui dedicare una videoclip, accanto a figure come Aristotele, Freud, Sartre e Sant'Agostino.

 


Ma perché il premier ha deciso di finanziare personalmente Ovo attraverso la cassaforte di famiglia Fininvest e di inserire un suo uomo, Paolo Mazzoni, nel consiglio di amministrazione della società? Rispondere alla domanda non è semplice. Qualche dato di fatto però aiuta a capire. Già nel 2006 Meneghetti ha potuto presentare il suo libro più importante ('La psicologia del leader') alla quarta convention dei circoli giovani di Dell'Utri, mentre Pezzi nel 2005, grazie alla fortissima sponsorizzazione dell'ex assistente personale del Cavaliere e attuale parlamentare Deborah Bergamini, ha ottenuto un programma su RaiDue, 'Tornasole', in cui Meneghetti, suscitando lo sconcerto del critico televisivo del 'Corriere della Sera', Aldo Grasso, è stato tra gli ospiti d'onore. Tra gli obiettivi del 'Tornasole' c'era quello di rompere la presunta egemonia culturale della sinistra. Gli ascolti sono stati deludenti, ma quello è stato comunque un primo passo.

 


Poi, mentre Dell'Utri (in ottimi rapporti con Meneghetti) cercava d'intervenire sul mondo degli intellettuali con il settimanale 'il Domenicale', annunciando la scoperta dei falsi diari di Mussolini e spiegando, subito prima delle elezioni, che il Pdl "avrebbe revisionato i libri di storia, ancor oggi caratterizzati dalla retorica della Resistenza", la Fininvest si è data da fare per trovare il modo di raggiungere i giovani.


La tv interattiva di Pezzi è sembrata il sistema giusto per fare guerra a Internet

(anche perché il progetto della web tv non è stato ancora scartato), ormai divenuto il primo media nella fascia d'età compresa tra i 16 e i 26 anni. Ovo ha così cercato, finora inutilmente, di trovare spazio sulla piattaforma di Sky, ha concluso un accordo con Vodafone per fornire contenuti multimediali (Ovoday) e ha bussato al mercato delle televisioni via cavo americane. In programma c'è la produzione di 2 mila clip all'anno, al costo di circa 3 mila euro l'una, cui va aggiunto il denaro per acquisire le immagini dagli archivi. Un business insomma da 7 o 8 milioni di euro ogni 12 mesi, che nel 2007, con le produzioni effettive cominciate a settembre, ha portato la società a una perdita di quasi 2 milioni.

 Il progetto però è più complesso. È prevista una sezione chiamata Ovonews che si dovrebbe dedicare all'approfondimento delle notizie del giorno e una di satira politica chiamata Ovospirit. Nelle riunioni in cui Pezzi e gli altri accoliti del 'professore' discutevano con la redazione i nuovi traguardi, i vertici di Ovo hanno molto insistito sulla necessità di mettere nel mirino Antonio Di Pietro che, secondo Meneghetti, durante Mani Pulite sarebbe stato un burattino nelle mani degli americani, utilizzato per distruggere le imprese italiane.


Ancora fermo è invece il capitolo di Ovowise, dei mediometraggi dedicati al pensiero politico dei grandi leader contemporanei raccontato da loro stessi. Per il primo video, in calendario c'erano 30 minuti dedicati al premier, Silvio Berlusconi. Ma il budget era basso, poco più di 35 mila euro, e la casa di produzione straniera a cui Ovo si era rivolta ha detto no.

 


Ma in fondo non è un problema. Pezzi è ormai ospite fisso di molte manifestazioni di Forza Italia. Con Berlusconi vanta un rapporto personale. A convincere il Cavaliere ad allargare i cordoni della borsa ci penserà lui. Perché, in fondo, anche ad Ovo o si fa la storia, o si muore.

 

 
 

(L’Espresso, 1 settembre 2008)


 Alex Urso

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