“Un anno di governo”
Si intitola così l’opuscolo preparato e distribuito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri in occasione del primo anniversario dell’esecutivo guidato da Romano Prodi. Nell’opuscolo il premier ha scritto: “Ci eravamo promessi di far ripartire l’Italia, abbiamo fatto ripartire l’Italia”. Ora il problema, però, è far ripartire gli italiani. Va riconosciuto a questo governo il merito di aver risanato i conti pubblici. Il debito pubblico è sceso e con esso sono diminuiti gli interessi che lo Stato deve pagare. Per la prima volta, dopo tanti anni e vari governi, non ci sarà bisogno di una manovra correttiva di fine anno, anzi c’è un “tesoretto” da amministrare e da ridistribuire alle famiglie e alle imprese. L’inflazione è ferma all’1,5%, il tasso di disoccupazione è il più basso da 15 anni. Prendendo a prestito una battuta di Massimo D’Alema, rilasciata al “Corriere”, se questi risultati li avesse ottenuti Berlusconi, si sarebbe fatto incoronare imperatore d’Italia. Invece è troppo poco. Gli italiani sono delusi. Per molti cittadini le elezioni politiche dell’aprile scorso rappresentavano la svolta: la sconfitta del centrodestra che aveva governato male per un’intera legislatura e la possibilità che le cose cambiassero davvero. Ad un anno dalla vittoria del centrosinistra le cose purtroppo non sono cambiate o sono cambiate poco. Secondo un sondaggio pubblicato in questi giorni sono insoddisfatti dell’operato del governo 2 elettori su 3 (un risultato analogo, comunque, era stato registrato anche dopo un anno di governo Berlusconi). Un governo di centrosinistra per non deludere i suoi elettori deve fare cose di centrosinistra. L’esecutivo deve fare di più per lo stato sociale, per le pensioni, per la riduzione del precariato. Ieri Prodi, alla fine di un vertice dedicato ai temi economici, ha annunciato come verrà impiegato l’extragettito. 5 sono le priorità del “tesoretto”: sostegno alle pensioni più basse, ai precari, misure per gli ammortizzatori sociali, per i disoccupati o chi è in condizioni di particolare disagio. Seguono poi infrastrutture, innovazione e ricerca, piano per la casa e politiche per la famiglia. Vedremo se questi impegni saranno mantenuti nel documento di programmazione economica che dovrebbe essere approvato il 28 giugno. Ora come ora il governo più che festeggiare il primo anno di vita, deve “tirare a campare”, barcamenandosi ogni giorno tra i vari Mastella di turno. Le previsioni per il futuro non sono rosee ma nel Paese dei miracoli, come ha definito l’Italia Ilvo Diamanti su “Repubblica”, tutto è possibile. Chissà che il nuovo “miracolo economico” tanto annunciato da Berlusconi non si realizzi con Prodi? Per adesso è già un miracolo che il governo tenga ancora.
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