Ultimissime dalla rassegna Libero Bizzarri
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 2006-10-01 - Ieri sera, al cine-teatro Calabresi, la tredicesima edizione del Libero Bizzarri è volta al termine, vantando di un pubblico numeroso e di ospiti illustri. Primo fra tutti il conduttore della serata, nonché noto giornalista, D. Sassoli che ha troneggiato sul palco con grinta e verve inaspettate, sorprendendo quanti lo identificano nel ruolo di telecronista impettito. Altro protagonista G. Minà, noto al pubblico soprattutto per i suoi reportage sportivi, meno per il filone documentaristico legato agli “uomini che hanno fatto la storia” privilegiando l’America Latina, terra a lui famigliare. È con la proiezione del suo documentario, “In viaggio con Che Guevara” che si è aperta la serata; si tratta di un backstage realizzato durante le riprese del film di W. Salles “I diari della motocicletta”. “Ho voluto realizzare il film del film”, così ha introdotto la pellicola, e non poteva scegliere parole più calzanti, infatti è sorto un altro capolavoro, ricco di emozioni al pari del film, di racconti avvincenti ed interviste. Per quasi due ore le immagini hanno riportato alla luce il viaggio di due giovani, Ernesto Guevara e Alberto Granado, si vede come quest’ultimo abbia partecipato alle riprese, consigliando gli attori e gli scenografi, ma soprattutto avendo occasione di rivivere a distanza di 54 anni quella esperienza. Tanta passione da parte del regista e la volontà di catturare il reale, niente altro, è questo che il documentario rivela del film. Per chi lo ha visto e si è chiesto se era andato davvero così quel viaggio, rispondono gli occhi di Granado che si velano di lacrime guardando la Poderosa (moto), o la mambo-tango (zattera), rispondono le sue raccomandazioni agli attori e le parole sagge a noi tutti. “Non mi piacciono gli addii, mi piacciono i benvenuti” dice Granado sul finire delle riprese e il resto della serata è stato un BENVENUTO al DOCUMENTARIO che i dati dimostrano essere un genere non più di nicchia, ma amato dal pubblico. M. Sinibaldi, ideatore del programma radiofonico Fahrenheit, tra i premiati, parla di un bisogno nuovo di realtà da parte del pubblico, che si sta allontanando dai reality (lo dimostrano gli ascolti) e si identifica sempre più nelle scene prese dalla strada, dalla vita normale, e non costruite a tavolino o sotto i riflettori. Si è parlato di giornalismo e di nuove frontiere nella comunicazione mettendo al centro il documentario, R. Morrione, direttore di Rai-news 24, ha invitato a riprendere con le grandi inchieste in tv. D. Sassoli ha fatto suo l’invito e ha sottolineato il successo di Rai-news 24 per il taglio interculturale che lo distingue dalle faziosità cui l’informazione ci ha abituati e forse stancati. Uno stuolo di lavori in concorso, circa trecento opere divise in sezioni, dalla didattica “Media ed Educazione”, che ha premiato scuole di ogni ordine e grado, all’ItaliaDoc terreno di confronto di giovani esordienti e professionisti di genere, due menzioni speciali, il premio Andrea Pazienza, il MarcheDoc e InternationalDoc, nonché quello in occasione dell’anniversario della Resistenza. Vincitore del premio Libero Bizzarri 2006 è “CRAJ – DOMANI” di D. Marengo, con la collaborazione di Teresa De Sio e prodotto dalla Pablo (Roma). Si tratta, in questo caso, di uno spettacolo nello spettacolo, un po’ come il lavoro di G. Minà. Il giovane D. Marengo ha infatti documentato tutti i retroscena dello spettacolo teatrale della De Sio e Giovanni Lindo Ferretti, creando uno spettacolo a sua volta. La taranta ne è la protagonista indiscussa, sullo sfondo le musiche e le voci del popolo, un film – concerto, ma soprattutto il segnale di un desiderio di continuità col passato e con la sua fervente cultura. Una manifestazione, quella del 2006, segnata dalla modernità, dalla multiculturalità ma anche da impronte regionali, le radici della nostra Italia, un legame con la storia da cui le nuove frontiere della comunicazione non possono prescindere.
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