Fare una Provincia vuol dire avere:
Presidenza, giunta, assessori, centro per l'impiego (ex collocamento), centro Profilassi, istruzione e formazione professionale, acquedotto, controllo del territorio suolo e rete idrica, viabilità, costruzione e manutenzione strade, servizi sociali, beni culturali provinciali (musei, pinacoteche ecc.), sportello unico per le imprese, agricoltura e sviluppo montano, turismo e sport, cultura e iniziative culturali, ambiente, parchi, risorse idriche, flora e fauna, cave, sottosuolo, energia, impianti radioelettrici, rilascio licenze, ricerca innovativa (ex Carbon), Centrale della protezione civile, direzione forestale, direzione Pompieri ecc, ecc.
Come burocrazia assorbono più del 40% del bilancio Provinciale (AP).
E inoltre vuol dire:
Tribunale penale, Camera di Commercio, Motorizzazione, Catasto, Consorzio Agrario centrale, Provveditorato, Banca d'Italia, Direzione banche locali, Centrali Sindacali, Direzione Associazioni di categoria, Direzione Associazioni di artigianato, Direzione associazioni professionali e albi professionali, Direzione USL, Confindustria, Confapi, INPS, INAM, CIIP, START (Multiservizi), Carceri, Comandi delle FFAA e polizia, ASL, A.S.U.R. TV LOCALI ecc. ecc.
Questo è ciò che viene in mente e sono tutte allocati ad ASCOLI! Più del 50% del Pil di Ascoli viene da questi istituti ed enti .
Per questi motivi Fermo si è separata, ora, si sono moltiplicate le poltrone, ma i problemi sono rimasti insoluti tale e quali lì dove erano anzi peggiorati.
A quanto pare, la “lezione” di Fermo non è servita a nulla, dobbiamo dire grazie alla nostra classe dirigente se la divisione ci è costata e ci costerà cara, ora abbiamo entrate più povere e un elefante di iperburocrazia da foraggiare sulle spalle dei rimanenti dimezzati cittadini.
Quando le spese amministrative (oltretutto focalizzate in una sola parte del territorio) tendono ad equipararsi alle spese in servizi fanno della nostra Provincia un istituto tendenzialmente autoreferenziale, malato, da basso impero, che si avvita intorno al proprio ombelico politico pan-ascolano.
Questa stessa classe politica che per negligenza, interesse o insipienza ha portato alla divisione della Provincia con Fermo, oggi strombazza per essere votata. Errare è umano, ma perseverare è diabolico.. Abbiamo alcuni candidati alla presidenza della Provincia che facendo finta che non sia successo niente, che tutto sia stato “ordinaria amministrazione”, sollevano in noi il sospetto che siamo di fronte o a dei complici o degli utili idioti, predellino di una decadente classe dirigente (politico-economica). Si ha l'impressione questi abbiano fretta di far dimenticare lo “schiaffone” ricevuto da Fermo, mettendo tutta l'immondizia sotto il tappeto in vista delle elezioni nella speranza di sorvolare sulle pesanti responsabilità politiche del disastro socio-economico.
I “nostri” candidati locali tengono bordone a questa proto-classe dirigente perchè accondiscendenti o semplici acchiappavoti, silenti, ignoranti o reticenti che siano, amplificano in noi il sospetto che le elezioni provinciali siano e restino un fatto tutto interno alla ammuffita partitocrazia, e ad una “economia dell'impiegato” .
Il governo di un'amministrazione provinciale praticato come servizio ai cittadini, più "distribuita", più spalmata su tutto il territorio, di vicinanza con i cittadini, con una “vision” più lunga del proprio naso, non rientra nei criteri di selezione della gran parte dei nostri candidati.
Se c'è ancora qualche cittadino sensibile agli interessi della collettività, dovrebbe costituire un comitato per “SBT Provincia”, per il distacco da Ascoli, come elemento provocatorio, di protesta, non per campanilismo ma per evidenziare da un lato l'uso bizantino della nostra Provincia e dall'altro come essa sia un vecchio strumento istituzionale concepito più per il controllo del territorio che per il “servizio al cittadino”.
Antonio Savino