Cari lettori del Mascalzone...
colgo l'occasione per farvi gli auguri.
Il Natale è il momento più stressante dell'anno, lo dicono gli psicologi non io.
Per tornare a casa ci metti in media 7 ore ovunque tu sia in Italia (perchè dall'estero a San Benedetto del Tronto ci metti sicuramente meno che da Rocca Cannucci alla nostra città). Una volta arrivato devi: rispondere a telefonate o affrontare incontri con parenti che tu assolutamente non ricordi ma che dicono di averti conosciuto quando eri piccolo/a. Fare regali a tutti. Trovare parcheggio per andare nei negozi (e quando il negozio è in Viale de Gasperi so cavoli amari) mangiare almeno tre giorni consecutivi un po' per piacere un po' per forza (e concludere i pasti con l'amaro del Carabiniere, che, vi assicuro, è l'alcolico più paragonabile all'idraulico liquido)
...e infine sottoporti allo struscio al Corso del 25 pomeriggio.
Io quest'anno sono riuscito ad evitare una parte di queste cose, tranne il pranzo il Natale che aspetto dal 26 dicembre 2005.
La cosa che però non ho potuto evitare è stata la messa di Natale.
Ogni anno è una sfida: il prete pensa che io torni sui miei passi e io penso e spero lo stesso di lui...
Ma anche quest'anno non c'è stato nulla da fare per entrambi. Ad un certo punto della predica si è toccato il tasto Wellby. La cosa mi ha riempito di amarezza. La chiesa ha anteposto ancora la politica a tutto il resto.
Ma oltre a negare i funerali in Chiesa ad un uomo dichiaratamente cattolico, mi tocca molto di più il fatto che il dolore privato di una famiglia (seppure "divulgato" dai media) sia stato quasi sminuito e non rispettato facendolo rimbalzare nelle prediche natalizie dei preti delle parrocchie italiane.
Io la penso così.
Presto aprirò il blog di Cactus, così potrete contraddirmi liberamente.
Buon Natale.
Cordialmente,
Cactus