di Piero Giorgio Camaioni

Adesso il ridicolo monta. Barzelletta del giorno, pure al bar. Al praticamente disoccupato Tschumi, un Comunello - per compensazione - pare abbia chiesto la progettazione di piccoli chalet-Gheddafi sulla costa; un altro, qualche rotonda sghemba; un altro, una pista ciclabile sul Tesino ma sopra le case.  Cose così. 
 

Ma meno male che il Ballarin l´ha scampata.

Eppoi calmi, chè non succede niente.  La Fondazione mica ci ripensa, i dieci milioni non se li rimangia. Ci fanno un´altra opera, più grandiosa, che Tutankhamon gli fa un baffo.  Parola di Marini Marini. Lui non lascia. Anzi può essere che raddoppi: dieci-dieci, che fa venti, per qualcosa di sensazionale, come le piramidi di IV dinastia. Carisap può. Sempre con Tschumi, va da sé. Gli piacciono gli scampi, ormai è di casa...

Ecco: la centrale nucleare alla Sentina. Giusta, grande, utile. E splendida. Anche facile, altro che il Ballarin. Laggiù non c´è niente, nessun rompiscatole, massimo qualche verde a caccia di zanzare.

Il celebre architetto svizzero, senza alcun vincolo, vi offrirebbe eccellente condensato della sua trentennale carriera mondiale. Giganteschi archi di acciaio tubolare, gusci di cemento di forma ellittica fra loro sfalsati, smisurate aperture circolari al soffitto del reattore, travi a sbalzo fin sull´acqua per stupire le cicogne, pergolati lignei per ripararsi dalle radiazioni, archi curvilinei a tripla altezza, pensiline ad onda per opporsi alla bora, torri di condensazione a pianta irregolare come i fortini.  Centrale nucleare innovativa, anzi unica, ingegneristicamente avanzata ed artisticamente fascinosa.

Utilizzabile anche come chalet-quattro stagioni per il campo di nudisti circostante, si capisce.

Parc de La Sentine.

Altro che Parc de La Villette.