CamerinoFestival 2007, 21ª rassegna internazionale di musica e teatro da camera
“CamerinoFestival a metà percorso”
2007-08-06 - Standing ovation al Camerino Festival per le esibizioni dei pianisti Fazil Say (31 luglio) e Stefano Bollani (5 agosto), che hanno letteralmente scosso la platea del Teatro Marchetti con due recitals che rimarranno nella storia ventennale della rassegna cameristica. Dopo la splendida apertura con l’Aterballetto, Camerino ha vissuto così altre due serate di spettacolo e forti emozioni, in un festival ricco di contaminazioni, all’insegna della piena libertà espressiva. Prima delle due performances pianistiche avevamo apprezzato la ricchezza timbrica dell’Ensemble Mirò (Sala Consiliare, 29 luglio), specie nel Sestetto per fiati e pianoforte di Francis Poulenc, che aveva incantato anche i molti ragazzi allievi dei concomitanti corsi musicali.
Ma torniamo alla serata del 31 luglio: Fazil Say apriva con la Sonata K.331 di Mozart, eseguita con notevole personalità dall’artista che esibiva grande nitidezza sia nel tocco che nel fraseggio, riuscendo al contempo a liberare una spiccata vocalità, sottolineata forse da una eccessiva gestualità e da lamenti, ma senz’altro consapevole dei continui riferimenti “drammaturgici” di gran parte della produzione strumentale del genio di Salisburgo. Divertito e divertente il finale alla turca, che chiudeva mirabilmente l’esecuzione del primo brano. Molto interessante anche la lettura della sonata La tempesta di Beethoven, che sostituiva l’annunciata Patetica. Il cambio di programma metteva ancor meglio in risalto la prorompente urgenza espressiva del pianista turco, piuttosto a suo agio nei due movimenti veloci dell’opera 31, in cui la musica si fa materia d’urto, gesto e grido, primo esperimento in Beethoven di musica “espressionista”. Dopo la pausa Fazil proponeva i Quadri di un’esposizione di Musorgskij, pezzo unico nella letteratura pianistica, ispirato dagli schizzi dell’amico architetto Victor Hartmann. In questa eccitante esecuzione di Say abbiamo ritrovato l’atteggiamento radicale dell’autore russo, che in questo lavoro ci consegna le pittoresche scene di vita quotidiana e le suggestioni diaboliche care al folclore russo: uno gnomo zoppo, un pesante carro trainato da buoi, i comici dondolii dei pulcini nei loro gusci, i dispetti dei bambini alle Tuileries, il cicaleccio delle comari al mercato di Limoges, il grido della strega Baba Yaga; il tutto però senza quel gusto per il pittoresco o del bozzetto in genere, ma con la sola preoccupazione di raffigurare una realtà psicologica. Prendendo a prestito le parole di Maurice Ravel, possiamo dire che Fazil Say “…si è mosso tra i quadri di Musorgski come un selvaggio curioso che scopra la musica a ciascun passo tracciato dalle sue emozioni”. I possenti, titanici accordi della processione attraverso la grande porta di Kiev, chiudevano la maestosa interpretazione dei Quadri. Dopo un bis scritto dallo stesso Fazil, felice connubio tra minimalismo e jazz, che fin troppo bruscamente ci allontanava dalle atmosfere prima disegnate, Say terminava quasi scherzando con lo strumento, con due divertenti bis: una versione molto free-jazz di Summertime ed una strepitosa, quanto insolita Marcia alla turca in stile rag-time.
Domenica 5 agosto era invece la volta di Stefano Bollani, uno dei personaggi più innovativi del circuito jazzistico internazionale, che ha regalato allo straripante Teatro Marchetti una serata di puro divertimento musicale. Incarnando appieno lo spirito del jazz, Stefano Bollani, seri studi classici e quindi profondo conoscitore dello strumento e del repertorio, ha smontato e rimontato i temi musicali scelti, da Gershwin a Battisti, come fossero giocattoli, impregnando la sua musica di ritmo, fulcro di tutte le sue interpretazioni. Un gioco che si è sviluppato in crescendo fino al bis finale, una insolita medley di brani richiesti dallo stesso pubblico, incastonati ad arte a dispetto delle diverse strutture ritmico armoniche: un saggio di padronanza tecnica che ha al tempo stesso incantato e divertito il pubblico.
Dopo Bollani, il Festival riparte con due concerti cameristici di assoluto rilievo, ritornando così al repertorio classico eseguito in modo filologico. Mercoledì 8 agosto la chiesa di San Filippo ospiterà uno dei maggiori ensemble di musica barocca al mondo, secondo la migliore tradizione del Camerino Festival. Sarà infatti l’Accademia Bizantina con lo straordinario violino solista Stefano Montanari a proporci un caposaldo della letteratura violinistica: le Sonate a Violino Solo e Violone o Cimbalo op. V di Arcangelo Corelli, con l’interessante scelta di arricchire il “basso continuo” con l’arciliuto, la tiorba e l’organo. Un concerto improntato sulla libertà espressiva, una delle componenti dell’estetica barocca; potremo dunque apprezzare le fiorite ornamentazioni del violino barocco di Stefano Montanari, capaci di restituirci l’opulenza e il fascino propri dello stile dell’epoca.
Venerdì 10 agosto si tornerà invece al Teatro Marchetti per gustare un’altra nota del violino, quella romantica, con l’esibizione del virtuoso russo Sergej Krylov, accompagnato al pianoforte dal maggiore camerista di oggi, il pianista Bruno Canino. Bellissimo il programma, impaginato con le Sonate n. 4 e n. 5 di Beethoven e la Fantasia D. 934 di Schubert.
Lunedì 13 agosto il Camerino Festival ospiterà l’Ensemble Nuovo Contrappunto diretto dal M° Mario Ancillotti, con la partecipazione straordinaria della cantaora flamenco Charo Martin; il gruppo proporrà uno spettacolo dal titolo “Musica e Magia” su musiche di Manuel de Falla e Paul Dukas. Del compositore spagnolo verrà proposta l’opera “L’amore stregone”, scritta da Manuel de Falla per Pastora Imperio, la più famosa “cantaora” di flamenco dell’epoca; l’opera andò in scena il 15 aprile 1915 al Teatro Lara di Madrid col sottotitolo “gitaneria in un atto e due quadri”. El Amor Brujo, riuscito tentativo di proposta di un proprio teatro spagnolo, è un sapiente incrocio d’influenze artistiche diverse perfettamente compiuto. La scelta di una “cantaora” al posto di una voce impostata, ci suggerisce quanto importante fosse anche per de Falla la ricerca delle proprie tradizioni nazionali popolari. Completeranno la serata le Siete canciones populares espaňolas, sempre di de Falla, e l’Apprendista Stregone di Paul Dukas. Composto nel 1897, quest’ultimo brano prende le mosse da una ballata di Goethe; in essa un giovane mago, finalmente lasciato solo e libero nel laboratorio del vecchio alchimista, si avventura nella formulazione di un incantesimo per evitarsi il duro lavoro delle pulizie. Incapace di controllare la situazione sarà salvato dall’arrivo del vecchio, esperto nel dominare le forze occulte.
Audacia e libertà espressiva, sconfinamenti, contaminazioni fra generi, world music, queste saranno infine le ricette dello spettacolo di chiusura (sabato 18 agosto) con Richard Galliano (fisarmonica) e Michel Portal (clarinetti, sax soprano e bandonéon), tra i più interessanti duo jazz in circolazione oggi in Europa. Gli artisti francesi attingeranno al repertorio dell’amato Astor Piazzola, ma anche a brani tratti dai loro maggiori successi discografici Blow Up e Concerts.
Per informazioni e prenotazioni sul concerto di Camerino: 0737/636041 - info@gmicamerino.it - www.camerinofestival.it.
Camerino, 6 agosto 2007
Francesco Rosati