Si aprono le porte del cinema italiano (per quanto di italiano poco ci sia). Il prestigio, l’eleganza, l’evento.
Inizia oggi la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica numero 63, in una Venezia calda e pronta per uno degli eventi culturali più attesi dell’anno.
Il luogo è sempre quello, il Lido della città, che ormai da anni accompagna il patrimonio settantenne di una delle vetrine cinematografiche più prestigiose del mondo.
Nell’ambito di quel contenitore artistico eccezionale che è Biennale, ricerca, innovazione e scoperta: in dieci giorni, sulla matrice di questo trinomio, verranno proiettati 61 lungometraggi, 21 dei quali fuori concorso. E qui viene la prima novità: per la prima volta nella storia della Mostra, le pellicole concorrenti saranno presentate in prima mondiale.
I film fuori concorso saranno nove, cui si aggiunge un “evento speciale” e sei titoli della rassegna “Mezzanotte”. Ed entriamo qui nelle sezioni collaterali, di certo meno esposte ai riflettori del pubblico, ma sicuramente elementi di qualità, sfumature di un Concorso distinto anche sulla base di tali retrospettive. Rossellini, Soldati e Luchino Visconti a rispolverare un passato di casa nostra: da Ossessione a Roma città aperta, da Fuga da Francia a Siamo donne, in una restaurazioni delle opere dei grandi maestri di quella formidabile stagione italiana, segno di un voluto ritorno ai capolavori del tempo in versioni ripulite dalla vecchiaia. Ma non è tutto qui. La festa del cinema raro continua inoltre con le inedite opere sovietiche di autori quali Gigory Aleksandrov e Ivan Pyrev, omaggiando quel periodo russo che và dai primi anni ’30 all’inizio degli anni ’60, e con le proiezioni di Pedro de Andrade, maestro del cinema brasiliano ad anticipare l’ultima sezione della Mostra, “Orizzonti”, davvero orientata verso il gusto della scoperta. Questa conta 24 film, tutti come anticipato in esclusiva mondiale.
Marco Muller, direttore per il terzo anno della sezione cinematografica, e la sua fascinosa giuria presieduta dall’attrice francese Catherina Deneuve, saranno inoltre impegnati nella consegna dell’unico Leone d’oro alla carriera quest’anno assegnato al regista americano David Lynch, autore del capolavoro Inland Empire.
I dieci giorni di grande cinema si preparano dunque a partire, oggi come mai, in un momento di possibile svolta per il cinema italiano. Crescente difficoltà produttiva, il soffocamento dovuto alla rivoluzione digitale in costante crescita, e poi la solita pirateria, i bisogni di una produzione fortemente penalizzata -soprattutto quella indipendente- dai costi eccessivi di un mercato che non uguaglia in molti casi i costi di produzione con gli incassi post-distribuzioni. Ma un cambiamento è possibile, e di questo si parlerà giovedì 31 nell’ambito dell’evento ai fini di porre sotto lente strategie e riforme per affidare maggiori credibilità al settore.
Appuntamento dunque ai prossimi giorni tra passerelle, gran gala e cinema che conta.