Il Gran Priore Walter Grandis scrive al Papa: "Non chiediamo alcun riconoscimento ufficiale ma il diritto di poter partecipare alla Messa indossando il nostro mantello"
Il 13 ottobre di 700 anni fa con un blitz della polizia di Filippo IV, re di Francia, venivano arrestati i mitici cavalieri Templari con i loro Gran Maestro Jacques de Molay che, nel 1314 dopo anni di prigionia e i processi dell'Inquisizione, ritratta ogni confessione estorta sotto tortura e viene mandato al rogo come "relapso".
Il 25 ottobre 2007 l'Archivio Segreto del Vaticano pubblica, in una tiratura limitata a 799 copie un libro e la riproduzione di alcuni documenti dell'epoca rinvenuti, nel 2001, dalla studiosa Barbara Frale. In una di queste pergamene, conosciuta come "foglio di Chinon", catalogata per errore in un altro periodo storico dai curatori dell'archivio vaticano, Papa Clemente V dichiara che i processi intentati ai Templari non avrebbero provato l'accusa di eresia.
In questi giorni Walter Grandis, Gran Priore d'Italia del Ordre Souverain et Militaire du Temple de Jérusalem, istituzione neo templare fondata a Parigi nel 1804 che ha la sede nazionale a Trieste, illustra, in una serie di conferenze nel centro e nord Italia, il punto di vista dell'istituzione su tale ritrovamento e sulle possibili conseguenze.
L'annuncio del rinvenimento e pubblicazione di questo importante documento rimette, secondo Walter Grandis, di certo in discussione la Bolla papale "Vox in excelso" del 1312 almeno per la parte relativa alla scomunica comminata "ipso facto" a chi indossa il bianco mantello con la croce vermiglia dei Templari, ma non rappresenta l'annullamento della stessa.
In tal senso egli ha inviato un messaggio indirizzato a Papa Benedetto XVI nel quale esprime la preoccupazione che individui senza scrupoli possano "addomesticare" l'evento per millantare un automatico riconoscimento e produrre nei loro sedicenti Ordini Templari un proselitismo selvaggio. Il Gran Priorato d'Italia, governato dal Grandis, non si dichiara erede degli antichi Cavalieri in quanto nessuno può, al momento, dimostrare tale discendenza ma chiede al Papa che venga riconosciuto loro il diritto di frequentare la Messa con i propri paramenti come viene concesso ad ogni associazione di ispirazione militare o di volontariato in Italia. Per i templari moderni la partecipazione alla Messa rappresenta la "veglia d'armi" cui si sottoponeva il neofito prima dell'investitura cavalleresca.
Per celebrare i 700 anni dall'arresto dei propri "antenati spirituali" il Gran Priorato d'Italia, che in varie occasioni ha ricevuto il saluto e gli apprezzamenti con telegramma dalla Presidenza della Repubblica, ha predisposto numerose iniziative. Da quelle benefiche, che avranno il loro apice con una grande festa in dicembre a Milano in collaborazione con un locale Rotary Club, alla produzione nella prossima primavera, in alcune località del Nord Est e in Slovenia, di uno spettacolo teatrale, già trasmesso da Rai Due, sulla tragica vicenda del Gran Maestro Jacques de Molay.
Recentemente, per ricordare la disperata fuga via mare dei Templari scampati alle persecuzioni del XIV secolo, un equipaggio della "Barcolana", la più grande regata velica internazionale che si svolge annualmente nel golfo di Trieste, ha issato, durante la gara, le insegne moderne dell'Ordine del Tempio. La barca aveva un nome arabo "Ibn el Bahar" ovvero "figlio del mare", casualità o ricerca di un sottile messaggio?
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IN ALLEGATO = Lettera al Papa (formato pdf)