In merito alle assemblee pubbliche che illustravano i progetti presentati per la riqualificazione del tratto di lungomare Fiume Tesino – Via Balestra, l’associazione La Formica precisa quanto segue:
1) Non abbiamo partecipato alle assemblee per polemizzare aprioristicamente con l’amministrazione comunale, ma solo per dare cortesemente degli indirizzi inerenti i lavori di riqualificazione del suddetto tratto del Lungomare.
2) La raccolta di firme da noi promossa e sottoscritta da alcune centinaia di cittadini chiede:
a) La valorizzazione di quel tratto di lungomare
b) Il rispetto della piantumazione già esistente senza alcuno spostamento o sacrificio di palme
c) Il mantenimento delle doppie carreggiate e quindi nessuna modifica alla viabilità
d) Il minor sacrificio possibile di parcheggi (pur nella consapevolezza che per un riqualificato arredo si rende necessario sacrificarne alcune decine)
3) La raccolta di firme, come abbiamo già avuto modo di sostenere, è anche uno strumento democratico sancito dalla Costituzione Italiana (si pensi alle raccolte referendarie ed all’incidenza avuta da queste nell’estensione dei diritti civili nel nostro Paese)
4) La Formica da sempre favorevole ad un metodo e modo di politica partecipativa ritiene che “lo spettacolo” offerto dalle assemblee pubbliche indette dall’amministrazione comunale non vada nella direzione auspicata. Infatti, senza voler minimamente polemizzare, con questi incontri gli amministratori vorrebbero recepire idee, riflessioni e suggerimenti da parte dei cittadini; abbiamo invece assistito che gli stessi amministratori intervengono più volte spogliandosi del proprio ruolo ed indirizzando e condizionando le scelte assembleari. La nostra associazione ritiene che il processo partecipativo vada regolamentato, mettendo a proprio agio i cittadini senza commentare i loro interventi e prendendone semplicemente atto. Sta poi agli amministratori in una successiva fase stabilire se recepirli o meno. Senza avere né la pretesa né la presunzione di dare lezioni riteniamo che sia questo l’iter da seguire anche alla luce delle esperienze seguite negli altri comuni che seguono il metodo “della democrazia partecipativa”. A Porto Alegre gli amministratori in carica non solo non intervengono, ma neanche presenziano fisicamente alle assemblee pubbliche. Riportiamo da Wikipedia, l’enciclopedia libera,: “La municipalità o comune è presente a tutte le riunioni circoscrizionali e a quelle tematiche, attraverso un proprio rappresentante, che ha il computo di fornire le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, attento, però, a non influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni”.
Bilancio partecipativo
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
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Il Bilancio Partecipativo o partecipato è una forma di partecipazione diretta dei cittadini alla vita della propria città (democrazia diretta).
L'esperienza più celebre di bilancio partecipativo si è avuta a Porto Alegre (Brasile), città di 1,3 milioni di abitanti. L'esperienza di Porto Alegre ha avuto inizio nel 1989. Il fine era quello di permettere ai cittadini di partecipare attivamente allo sviluppo ed alla elaborazione della politica municipale.
La partecipazione si realizza innanzitutto su base territoriale: la città è divisa in circoscrizioni o quartieri. Nel corso di riunioni pubbliche la popolazione di ciascuna circoscrizione è invitata a precisare i suoi bisogni e a stabilire delle priorita' in vari campi o settori (ambiente, educazione, salute...). A questo si aggiunge una partecipazione complementare organizzata su base tematica attraverso il coinvolgimento di categorie professionali o lavorative (sindacati, imprenditori, studenti..). Ciò permette di avere una visione più completa della città, attraverso il coinvolgimento dei c.d. settori produttivi della città. La municipalità o comune è presente a tutte le riunioni circoscrizionali e a quelle tematiche, attraverso un proprio rappresentante, che ha il computo di fornire le informazioni tecniche, legali, finanziarie e per fare delle proposte, attento, però, a non influenzare le decisioni dei partecipanti alle riunioni.
Alla fine ogni gruppo territoriale o tematico presenta le sue priorità all'Ufficio di pianificazione, che stila un progetto di bilancio, che tenga conto delle priorità indicate dai gruppi territoriali o tematici. Il Bilancio viene alla fine approvato dal Consiglio comunale.
Nel corso dell'anno, attraverso apposite riunioni la cittadinanza, valuta la realizzazione dei lavori e dei servizi decisi nel bilancio partecipativo dell'anno precedente.
Di solito le amministrazioni comunali, visti anche i vincoli di bilancio cui sono tenuti per legge, riconoscono alle proposte avanzate dai gruppi di cittadini la possibilità di incidere su una certa percentuale del Bilancio comunale. Nel caso di Porto Alegre si è partiti dal 10% del bilancio comunale, fino ad arrivare, lentamente, al 25%.
In Italia [modifica]
In Italia, il Bilancio partecipato ha visto una decisa diffusione, soprattutto nei comuni dell'Italia centrale, a partire dalla fine degli anni '90. In molte realtà locali, però, il Bilancio partecipato è stato spesso anticipato o sostituito dal Bilancio sociale, che pur favorendo il contributo dei cittadini, ne limita la concreta incisività. Del resto, nello stesso Brasile il Bilancio partecipato ha avuto sorte diversa a seconda delle città in cui è stato utilizzato. La buona riuscita di questo strumento, infatti, spesso necessita di una certa stabilità politico-amministrativa e di una volontà di coinvolgimento che va ben oltre gli attori politici. In alcune città brasiliane, infatti, dove non era altrettanto radicato un decentramento amministrativo e la partecipazione di associazioni di categoria o sindacali, la quota di bilancio, decisa attraverso il sistema partecipativo, non ha superato il 10%.