INTERCETTAZIONI, CON IL NUOVO PROGETTO DI LEGGE, ADDIO LOTTA AL DOPING. "LA FINE DI OGNI ATTIVITA' INVESTIGATIVA"
Carissimo direttore,
SONO CONTRO QUESTA NUOVA LEGGE X QUANTO ATTIENE LA LOTTA AL DOPING SUL CICLISMO, NELLO SPORT.
22/06/2008 14:27:22 - C'è un aspetto del nuovo progetto di legge sulle intercettazioni che coinvolge direttamente e pesantemente il mondo dello sport. Un aspetto non secondario perchè si tratta della funzionalità della legge 376/2000, la legge antidoping, che, pur con tutti i suoi limiti, ha consentito in questi otto anni dal suo apparire di smascherare un vero e proprio "sistema doping" a livello nazionale con importanti riferimenti a quello mondiale ormai gestito dalle grandi organizzazioni criminali (mafia russa, cinese, malavita statunitense, ecc.). Dovesse passare il concetto che i reati che comportano pene inferiori ai dieci anni di carcere non possano essere oggetto di intercettazioni (telefoniche e/o ambientali), la legge italiana diventerebbe di colpo carta straccia. Non si potrebbero mettere in atto, infatti, tutte quelle misure di controllo che hanno consentito in questi anni di smascherare un fenomeno di enorme portata. Un "sistema" doping vero e proprio, di cui la parte riguardante l'agonismo maggiore non rappresenta che la punta dell'iceberg. Basti pensare ai quasi 2 milioni e 300 mila dosi sequestrate ogni anno dalle forze dell'rodine (stime confermate anche dall'indagine dell'associazione "Libera" di Don Ciotti), alle vendite illegali valutate attorno ai 350 milioni di euro, cifra che si raddoppia se si considerano anche i farmaci venduti sottobanco; per non parlare degli integratori, molti dei quali "contaminati" da sostanze dopanti che portano la cifra globale a circa un miliardo di euro. Il fenomeno si allarga in chiave mondiale. La stima del traffico di sostanze dopanti nel mondo è di circa 20 bilioni di dosi. I consumatori sarebbero circa 25 milioni, cifra in continuo aumento grazie all'allargasi continuo del mercato nero attraverso Internet. Cifre e traffici impressionanti che dicono di un problema che ormai per dimensioni e rete sottesa riguarda direttamente la tutela della salute dei cittadini continuamente attentata dal farmaco risolutore di ogni problema di prestazione, fin dalla più giovane età. Esistono studi ed indagini precise che dicono di come ormai il doping sia arrivato perfino alle categorie giovanili con prodotti pericolosissimi e che provocano danni certi alla salute. Ed è davvero singolare come un governo che si è preoccupato tanto (a parole) del tema sicurezza dei cittadini, adesso, trascuri questo aspetto importantissimo che riguarda la tutela della salute dei medesimi. E questo mentre dalla cronaca di tutti i giorni arrivano segnali preoccupanti, come il caso della clinica milanese Santa Rita e degli interventi fatti solo per ottenere il rimborso dalle strutture statali. Cifre e traffici si sono potute accertare proprio grazie alle intercettazioni. Per non parlare dei grandi processi doping: dal blitz al Giro d'Italia del 2001 alla scoperta di una rete di medici dopatori operanti indifferentemente fra i professionisti di varie discipline e fra i dilettanti, come emerso dall'inchiesta dei Nas "Oil for Drug" (2004). Ora il minimo dei dieci anni di pena per accedere alle intercettazioni renderebbe assolutamente inefficace e inutile la legge italiana.
Nel 2005 il senatore Fiorello Cortiana, uno dei "padri" riconosciuti della legge, aveva presentato pubblicamente un bilancio a cinque anni dal varo della legge. E si erano trovati tutti d'accordo sulla necessità di continuare, addirittura inasprendo la legge per certi aspetti, per cercare di arginare il fenomeno e contrastare il dilagante mercato clandestino. "Tutto questo sarebbe annullato dall'ipotesi che solo reati che prevedano pene superiori ai dieci anni possano portare ad indagini con intercettazioni. Di fronte alla mafia nazionale ed internazionale non avremmo armi per difendere i nostri giovani: sarebbe la fine di ogni attività investigativa".
VESPERINI MARIANO