Cat Power @ Estragon (Bologna) 7.05.2007
Cat Power è senza dubbio uno dei personaggi femminili più importanti della musica internazionale di questo squarcio di 2007. Un album, "The Greatest", che è stato una delle più piacevoli sorprese della passata stagione, la campagna pubblicitaria per Chanel, di così vasto successo da eleggere la splendida cantautrice americana a musa ispiratrice dello stilista Karl Lagerfeld, ed infine un tour in cui ha messo su un'intera band blues di indiscusso valore. Niente whiskey sul palco questa volta, soltanto qualche innocente Coca Cola. Qualche mozzicone di sigaretta, niente più. Nessuna ballata pianistica alcolica e sgangherata. Soltanto la voce immensa di Cat Power. Ed il sound dirompente dei Dirty Delta Blues, band formata da Jim White dei Dirty Three alla batteria, Judah Bauer dei Jon Spencer Blues Explosion alla chitarra, Greg Foreman, ex Delta '72 alle tastiere e Eric Papparozzi al basso. Delusi quindi i fans della prima ora, quelli che, memori dei suoi trascorsi indie, aspettavano la bellissima cantautrice di Atlanta districarsi tra piano e chitarra. Delusi anche quelli che aspettavano l'esibizione di Chan Marshall, suo vero nome, con il fucile puntato, ricordando il disastroso live al Container del 2003, quando "la gatta" non riuscì a portare a termine il concerto tanto era ubriaca. Felicissimi, invece, coloro che, abbandonata qualsiasi aspettativa, si sono goduti un live, intriso di honky tonk e rhythm and blues, degno dei migliori Rolling Stones. Cat Power si presenta davanti ad un Estragon affollatissimo vestita con un tailler nero elegantissimo, capelli raccolti, nessuna traccia della celeberrima frangetta, e sin dalle prime battute si piazza all'estremità destra del palco. Spazio alle sonorità vibranti dei Dirty Delta Blues, insomma, veri protagonisti del concerto, alle loro esplosioni blues, alle schitarrate di Judah Bauer e ai voli pindarici delle tastiere di Greg Foreman. La bellezza della voce di Cat Power si fa notare eccome, ma sono gli arrangiamenti a destare interesse. Così "Could We", "The Greatest" e "The Moon", brani tratti dall'ultimo album, perdono il loro carattere intimista e delicato ed acquistano una spiccata impronta blues. La setlist è infarcita di cover, spesso irriconoscibili nella loro nuova veste. "(I Can't Get No) Satisfaction", "New York New York" esaltano le qualità della band, abile nello spaziare dal country al folk, dal rock al roots. Cat Power, nel frattempo, si inginocchia, saltella, si muove alla maniera di Mick Jagger e si fa spazio nel sound dei Dirty Delta Blues da perfetta cantante soul. "Where is My Love" e "Lived in Bars" chiudono, dopo un'ora e un quarto, il concerto. Cat Power rimane sola sul palco a prendersi gli applausi. I più ottimisti sperano nel bis, magari voce e chitarra, ma rimangono delusi. Le luci si accendono e la magia scompare. E all'improvviso non siamo più nel cuore dell'America, ma a Bologna. E' vero che la cultura non si misura in chili, ma con qualche bis l'esibizione sarebbe stata probabilmente ancora più significativa. Cat Power ancora una volta ha sorpreso tutti, abbandonando definitivamente le atmosfere acustiche degli esordi, ma anche gli arrangiamenti minimali e rarefatti dell'ultimo album, affidandosi ad un sound assolutamente inedito per i suoi trascorsi, nel quale sembra esprimersi a meraviglia. Un tour inaspettato ed imprevedibile, che tutto si può definire fuorchè promozionale, che è l'ultima dimostrazione della straordinaria vena artistica di una cantante difficile da etichettare, ma di cui è assolutamente facile innamorarsi.
|