01/12/2007 - I familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili, ribadiscono con forza la loro posizione contro l’abolizione dell’ergastolo ai mafiosi di “cosa nostra” rei delle stragi del 1993-1994, sette scientifici attentati terroristici in meno di due anni.
Informano altresì che lo sciopero della fame lo sanno fare anche loro, perché davanti alle situazioni di vita dei loro parenti morti e rimasti invalidi, per i quali vogliono giustizia completa, davvero non hanno più nulla da perdere .
I familiari di quanti massacrati a Firenze in via dei Georgofili sostengono la necessità del “fine pena mai” per chi non ha dimostrato un cenno di collaborazione verso lo Stato, denunciando situazioni che potrebbero portare alla scoperta dei “Mandanti esterni a cosa nostra” per la strage di Firenze del 27 Maggio 1993.
Ribadiamo altresì quanto le finctions televisive che hanno raccontato in vario modo la vita dei capi mafia, abbiano contribuito a rendere arroganti i boss di “cosa nostra” e le loro famiglie.
Inevitabilmente davanti a simili programmazioni, nel pensare collettivo, “cosa nostra” acquista sempre più l’immagine di una organizzazione composta da persone normali anziché barbari massacratori e così i mafiosi auspicano sconti di pena attraverso l’abolizione dell’ergastolo, e riconoscimenti legali.
Diciamo ai politici “garantisti” che rifiutiamo di riconoscere una qualunque dignità a quanti sono avvezzi a sciogliere bambini nell’acido, a massacrare bambini sotto le macerie come Nadia e Caterina Nencioni e a bruciare vivi ragazzi di venti anni come Dario Capolicchio.
Inoltre visto che Salvatore Riina non lo vuole fare, chiediamo a Ninetta Bagarella in Riina di andare in un’aula di giustizia e raccontare tutto quello che sa su suo marito se lo vuole a casa visto che ormai è vecchio.
Giovanna Maggiani Chelli
Vice Presidente
Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili
MAFIA: FICTION TV; VITTIME FIRENZE, RENDE ARROGANTI I BOSS
(ANSA) - FIRENZE, 1 DIC - Le fiction televisive che hanno
raccontato in vario modo la vita dei boss di mafia "hanno
contribuito a rendere arroganti i boss di cosa nostra e le loro
famiglie". Lo scrive in una nota Giovanna Maggiani
Chelli,vicepresidente dell' associazione tra i familiari delle
vittime della strage di via dei Georgofili, a Firenze.
"Inevitabilmente - scrive Maggiani Chelli - davanti a simili
programmazioni e nel pensare collettivo, cosa nostra acquista
sempre più l' immagine composta da persone normali anziché
barbari massacratori e così i mafiosi auspicano sconti di pena
attraverso l' abolizione dell' ergastolo e riconoscimenti
legali. Diciamo ai politici 'garantisti' - scrive ancora
Maggiani Chelli - che rifiutiamo di riconoscere qualunque
dignità a quanti sono avvezzi a sciogliere bambini nell' acido
o a massacrarli sotto le macerie come Nadia e Caterina Nencioni
e a bruciare vivi ragazzi di vent'anni come Dario Capolicchio".
"Visto che Salvatore Riina non lo vuol fare - conclude
Maggiani Chelli - chiediamo a Ninetta Bagarella in Riina di
andare in un'aula di giustizia e raccontare tutto quello che sa
su suo marito se lo vuole a casa, visto che ormai è vecchio".
(ANSA).
CH
01-DIC-07 17:20 NNNN