DOPO PEPPINO IMPASTATO LA RASSEGNA NAZIONALE DEL TEATRO DELLA SCUOLA RICORDA ALDO MORO. LA SCUOLA DI SERRA SAN QUIRICO IN SCENA
Dopo l'incontro con Giovanni Impastato di mercoledì 6 maggio, volto a ricordare il fratello Peppino, la Rassegna Nazionale del Teatro della Scuola di Serra San Quirico dedica la giornata di sabato 9 maggio alla figura e alla vicenda di Aldo Moro. Il personaggio si inserisce all'interno del testimonial della Rassegna 2009, dal nome idea8, che comprende tutta una serie di eventi e personaggi legati ai temi della legalità, della difesa dei diritti umani e della giustizia, le cui date contengono il numero 8, tra cui appunto l'omicidio di Aldo Moro del 9 maggio 1978. Protagonisti indiscussi della giornata saranno le scuole e i ragazzi presenti alla Rassegna che lavoreranno per realizzare performances sulla vicenda di Aldo Moro. Ad aprire il pomeriggio, alle ore 15, la classe prima della Scuola Media - Istituto Comprensivo di Serra San Quirico, che proporrà al pubblico lo spettacolo dal titolo Umanoè…, ispirato alla dichiarazione universale dei diritti umani; leggendo alcuni testi di Aldo Moro, i ragazzi hanno riflettuto in modo personale sui concetti di libertà e dignità. “Una classe numerosa quella della prima media di Serra San Quirico”, ci ha detto l'operatore Daniele Boria, “che ha partecipato con entusiasmo e serietà alla realizzazione di questo spettacolo e che ha trovato proprio nel teatro educazione un momento di unione, di coralità e soprattutto un' occasione per riflettere su queste tematiche importanti. Tematiche difficili”, continua Boria, “che però i giovani studenti sono stati in grado di recepire in modo vero e autentico”.
Alle ore 21, invece, ci sarà lo spettacolo di teatro professionale, del regista, attore e musicista Max Bazzana dal titolo Non è una fiaba però, già rappresentato con successo in molte città del nord-est “Uno spettacolo nato nel 2008, che crea sicuramente nel giovane pubblico stupore e incredulità”, ci ha detto il regista, “dovuti non solo alle notizie e alle informazioni che vengono raccontate, ma anche alla mescolanza sia con i racconti delle persone che hanno vissuto più o meno direttamente quella tragica esperienza, sia con la non memoria storica che le giovani generazioni hanno dal dopoguerra ad oggi. Fulcro della rappresentazione non è tanto il Moro uomo politico”, precisa ancora Bazzana, “quanto il Moro semplicemente uomo.”