Un progetto culturale “vivo”
“Nell’impegno di questa giunta c’è stato, fin dall’inizio, il progetto di recuperare in modo significativo la memoria storica marchigiana. Oggi riscopriamo Andrea Vici un altro illustre figlio della nostra terra, una figura storica, artista e personaggio illustre per tutta la comunità marchigiana che testimonia come si può essere grandi anche provenendo da una piccola frazione di Arcevia”. Con queste parole il Presidente Gian Mario Spacca ha presentato il progetto “Andrea Vici, architetto e ingegnere idraulico dello Stato pontificio”. Un’iniziativa realizzata nell’ambito del “Sistema Museo Diffuso” che vede la pubblicazione di un “Atlante delle opere” del poliedrico artista a quasi duecento anni dalla morte come prima tappa di un percorso di celebrazioni ufficiali per una valorizzazione diffusa della sua personalità, definita “prorompente”. Un itinerario turistico e culturale che – come illustrato dall’assessore Solazzi nella stessa conferenza stampa – non si esaurisce con questa pubblicazione ma prevede mostre e conferenze tematiche in Arcevia e Offagna, a Roma, Terni e in molti altri borghi delle province di Ancona e Macerata che furono teatro dell’opera di Vici a cui il Comitato tecnico scientifico coordinato da Maria Luisa Polichetti con il presidente del comitato promotore Andrea Verdini, hanno dedicato sezioni di ricerca storica e architettonica di notevole interesse, sia per la documentazione messa a disposizione dagli eredi, le famiglie Busiri Vici e Folchi Vici di Arcevia, sia per l’indubbio potenziale storiografico lasciato ai giovani ricercatori per ampliare e continuare il lavoro di ricerca e riscoperta di questo grande artista marchigiano.
Andrea Vici fu allievo di Vanvitelli (collaborò niente meno che al disegno della Reggia di Caserta) e giace sepolto vicino a lui a S. Maria in Vallicella. Grazie all’ideazione e realizzazione del canale Pio della celebre cascata delle Marmore che libera la Valnerina dalle periodiche inondazioni, fu nominato Primo ingegnere della Congregazione delle Acque. Fu poi Architetto della Rev.ma Fabbrica di San Pietro. La realizzazione artistica e architettonica di tantissime chiese come illustrato sul suo “Atlante delle opere” lo erge meritatamente ad “architetto del Papa” per aver lasciato una indelebile impronta del suo talento in gran parte dello Stato pontificio a cavallo fra il Sette e Ottocento.