Tra le righe del giornalismo
L’informazione vissuta in modo passivo può essere pericolosa perché molto spesso chi crea notizie o pubblicità studia strategie di approccio mirate. Leggere un giornale senza porsi in quest’ottica può rendere i lettori dei “soggetti” IN e DE-formati. Ế noto a tutti che l’offerta delle testate è indirizzata a target specifici, in virtù di ciò i contenuti vengono selezionati e inquadrati in una linea di valori riconoscibile; riguardo ai quotidiani si tratta di un orientamento politico dell’informazione. Tuttavia non sempre chi scrive si preoccupa di esprimere la parzialità del proprio punto di vista, anzi processi di generalizzazione sono all’ordino del giorno. Un suggerimento per i lettori più sprovveduti è quello di sottoporre le fatidiche 5 “W” agli articoli che giudicano più insinuanti. Ripercorrere il tracciato dei giornalisti a ritroso può far emergere errori di valutazione, incoerenze, soggettivismi troppo marcati, specie nella parte legata al commento e approfondimento (le ultime righe di ogni pezzo). Nutrire la propria curiosità non significa accettare passivamente ogni notizia, ma raccogliere stimoli da approfondire, da rivedere in un orizzonte di valori strettamente personale. Lasciare che gli altri, non solo forniscano dei dati, ma ci sostituiscano nell’analisi di questi ultimi, è un’invasione che oltrepassa ogni concetto di privacy. I giornalisti hanno un codice deontologico da seguire, a parte queste limitazioni esiste la libertà di stampa; non essere oggetto di strumentalizzazione è un dovere del lettore e si esercita attraverso l’autocritica. Diminuiscono i tempi dedicati alla lettura e aumentano i canali di informazione: il risultato è un bombardamento comunicativo senza eguali nel passato ed in continua crescita. La tendenza che fa riflettere è il ricorso sempre più massiccio ai free-paper: City, Leggo, Metro per citare i maggiori. Questo ha causato una diminuzione di vendite, ma ha fornito anche risposte esaustive sullo scenario informativo del nostro Paese. Alcuni dati campione raccolti dall’ANSA: 5.500.000 = copie di quotidiani diffusi in Italia/al giorno 18.800.000 = italiani che leggono il quotidiano almeno 3 volte/alla settimana 14.000.000 = italiani che hanno familiarità con i free-paper Riguardo ai free-paper lo stesso campione esprime opinioni sul servizio
- Mossi da curiosità 51,8%
- Mossi da gratuità 24%
- Mossi da sintesi 9,6%
- Il futuro dei quotidiani 8,7%
- illeggibili 2,4%
La sintesi espositiva risponde alle esigenze di una fruizione rapida, questo unito alla gratuità è il punto-forza dei free-paper. L’8,7% degli intervistati dichiara d’intravedere la free-press nel futuro dei quotidiani: per ragioni di completezza c’è poco da augurarselo. I quotidiani “a pagamento” hanno il grande merito di offrire approfondimento, questo li rende insostituibili al momento, ma occorre imparare a leggere tra le righe, lasciare che i fatti prendano forma e incidano a livello individuale oltre i minuti dedicati alla lettura.
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