“PREZZO RADDOPPIATO, DANNO DA 20 MILIONI PER L’AGRICOLTURA PROVINCIALE”
SITUAZIONE PEGGIORE CHE NELLA PESCA, OCCORRE FRENARE IL BOOM DEI COSTI DI PRODUZIONE NEI CAMPI
30/05/2008 - Il raddoppio del prezzo del gasolio porterà un danno da 20 milioni di euro all’agricoltura di questa provincia, che rischia di mettere in ginocchio moltissime imprese, visti gli aumenti contemporanei del costo di mangimi e fertilizzanti. Lo afferma Coldiretti Ascoli-Fermo, rivolgendo un appello alla Regione Marche affinché adotti dei provvedimenti per frenare il boom dei costi di produzione, nel giorno del via allo sciopero della pesca. “Se le marinerie sono in rivolta, nei campi la situazione è ancora peggiore – spiega il direttore di Coldiretti Ascoli-Fermo, Anacleto Malara -. Nel giro di un anno il prezzo del gasolio agricolo è passato da 0,60 a un euro al litro e ciò, considerando il carburante necessario nel corso dell’anno per le varie fasi del lavoro nei campi (aratura, semina, trattamenti, raccolta), si traduce in un aggravio di costi per le imprese agricole di questo territorio di circa 20 milioni di euro rispetto al 2007. E parliamo solo del gasolio necessario per le macchine, cui vanno aggiunti i costi di riscaldamento per le coltivazioni riscaldate in serra, orticole e florovivaistiche, nonché per l’irrigazione”. Ma la situazione nelle campagne dei territori ascolano e fermano è ancora più pesante – continua Coldiretti Ascoli-Fermo - se si pensa agli aumenti fatti registrare da mangimi e fertilizzanti, cresciuti di percentuali tra il 50 e il 100 per cento. Pesanti le ripercussioni sulle coltivazioni di grano e cereali (il costo dell’attività è aumentato del 10 per cento nel giro di un anno) e ortofrutta, nonché sugli allevamenti, con un più 6 per cento che rappresenta un vero e proprio record. “Una vera e propria calamità naturale che, abbinata alla grandine dell’ultima settimana, rischia di far ricordare a lungo questo 2008 alle imprese agricole picene – conclude il direttore di Coldiretti Ascoli-Fermo -. E’ per questo che chiediamo un intervento alla pubblica amministrazione come alla politica, poiché il maggior costo del gasolio e dei fattori della produzione come sementi e concimi, insieme agli oneri più elevati nella manodopera e ai ritardi nelle infrastrutture si traducono oggi in veri e propri svantaggi competitivi strutturali per le nostre imprese rispetto ai mercati europei. Se a ciò aggiungiamo poi la beffa di dover assistere alla moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola, il quadro è completo. Le inefficienze delle filiere agroalimentari pesano, infatti, sulle tasche dei cittadini rallentando i consumi e penalizzando ulteriormente le aziende”.