Volontari – non volenterosi – distribuiscono già i manifesti, tenendosene uno per sé.
Rettangoli da muro tra i più belli che capitino da queste parti infestate da bugiardi lenzuoli-su-ruote inneggianti affari. “Piccolo” centopersettanta, di Ugo Nespolo! Affettuoso menhir dai saggi occhi da gatta su fondo senape e note come di Fulvio Roiter. “Quatre temps d’une chanson”, per volare.
Sui manifesti, la colla che si spanderà leggera luccicherà almeno fino al 17 marzo,
quando la diva - per chi se la merita – canterà Ferré al Calabresi.
Festival Ferré, al solito faticato scoppiettante imprevedibile. Stavolta anche un po’ fuori tempo. Anticipato. Lampo di (una) sera.
Festeggeranno gli ottanta della ragazza-cult Juliette – con Léo – giovanissimi senza tempo, morbidi rivoltosi, né maledetti né anarchici. Piccola moltitudine di formiche, che romperebbe qualcosa, almeno con l’immaginazione e col cuore.
01.03.2007, PGC (con Ferré, direbbe Mascitti…)