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Adriano Celentano: è anche lui nei negozi con una raccolta di successi, "Unicamente Celentano" |
Natale, tempo di abbuffate musicali
Manca un mese al Natale, eppure nel mercato discografico italiano tira già aria di festività. Eppure sembra già esser arrivato quell’omone grosso grosso vestito di rosso con la barba bianca penzolante. Quello che porta solitamente doni ovunque e comunque ma che quest’anno si propone anche con delle offerte a dir poco prestigiose. Del tipo prendi tre e paghi due. Anche se ormai è risaputo, con i tempi che corrono fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio. L’idea di offerta in sé lascia sempre un po’ spiazzati, a volte perplessi coloro i quali sono indicati come i destinatari della stessa. Perché si è portati a pensare che dietro un’offerta ci possa essere un sotterfugio, una pecca, o più semplicemente un qualcosa che non và. E allora viene da chiedersi, ma cos’è che non và nella discografia italiana, se è vero come è vero che in questi ultimi tempi continua a proporci cd tripli e raccolte antologiche e cofanetti vari? Si può interpretare ciò come un voler solamente celebrare la storia di artisti sul viale del tramonto o quasi? Oppure c’è dell’altro? Beh, la questione è complessa. Di sicuro però carne al fuoco ce ne sta eccome. E ne continua ad arrivare. Gli ultimi, in ordine di tempo, ad aver messo mano alla carbonella per attizzare le fiamme, rispondo al nome di Vasco Rossi con il suo “Platinum Collection”, ed Antonello Venditti con “Diamanti”. Ma la lista è lunga. O per meglio dire, la coda formatasi al braciere è stata lunga. Il Blasco nazionale e l’autore di “Roma Capoccia” hanno dovuto aspettare un bel po’. In coda. Prima di loro infatti altre illustri personalità del mondo musicale si erano cimentate in tale prova. A partire da Gino Paoli con “Canzoni da ricordare”, fino al Fossati con “Ho sognato una strada”, passando per Francesco De Gregori con “Tra un manifesto e lo specchio”, e, ancora per Adriano Celentano con “Unicamente Celentano”. Si tratta per lo più di rivisitazioni di testi e canzoni che hanno consegnato costoro all’olimpo della musica d’autore italiana. Pochi sono gli inediti. Una sorta di offerta natalizia a basso costo, per la gioia di coloro interessati solo al meglio del meglio. Come si vede di carne sulla griglia ce ne è per tutti i gusti. Bisogna solo scegliere, perché alla fin fine il Natale è anche il tempo delle grandi abbuffate. E da questo punto di vista non ci si può certo lamentare. Ma se l’appetito musicale sarà saziato, paradossalmente c’è nell’aria qualcosa che ci lascia come una sorta di disturbo allo stomaco prim’ancora di mangiare. Cui prodest? Certamente alle case discografiche che, mettendo insieme i migliori pezzi di un’artista, vanno come dire sul sicuro. Non di certo agli artisti stessi, o meglio ancora per la loro immagine, perché i conti, quelli ritornano sempre. Una immagine che ne esce macchiata, alterata e un po’ sminuita. E’ un po’ come quando il bambino scopre che Babbo Natale non esiste, o che il suo eroe buono invece è un cattivo. Tant’è direbbe qualcuno. La verità prima o poi bisogna conoscerla. Ma qual è la verità? Che il mercato discografico italiano è in crisi? Che gli autori italiani hanno smarrito il sentiero della fantasia e della creatività? Oppure si tratta di una moda, una tendenza che, in quanto tale, è passeggera? Lasciamo ai posteri l’ardua sentenza, continuando noi a sognare, a credere nel nostro bravo eroe buono, senza macchia e senza peccato.
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Simone Grasso
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il 28 Nov 2006 alle 19:18 |
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