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“Lascia perdere, Johnny!” (Italia, 2007) |
“Lascia perdere, Johnny!” di Fabrizio Bentivoglio
Caserta 1976. Faustino Ciaramella (Antimo Merolillo) ha 18 anni ed una grande passione per la musica ma se non trova lavoro entro la fine dell’anno sarà costretto a partire per il servizio militare; dopo l’esperienza nell’orchestra del maestro (trombettista e bidello) Domenico Falasco (interpretato al meglio da Toni Servillo), l’impresario Raffaele Nigro gli regala la possibilità di lavorare e suonare per il maestro Augusto Riverberi (Fabrizio Bentivoglio), musicista e nome importante del panorama musicale anche per una presunta relazione con Ornella Vanoni. È così che grazie all’ausilio di Faustino, la “Piccola orchestra di Augusto Riverberi” comincia lentamente a formarsi fino a quando proprio nel momento in cui il maestro comincia a frequentare casa Ciaramella e ad instaurare un rapporto di mutua amicizia con il ragazzo, complici i primi successi economici della giovane orchestra, l’impresario scompare nel nulla, dileguandosi senza pagare nessuno con l’ovvio scioglimento della “Piccola orchestra”. Ma il rapporto fra Faustino, Johnny come viene chiamato affettuosamente dal maestro, ed il suo mentore è destinato comunque a non finire: presto Johnny riceverà una telefonata dal maestro da Milano che lo esorta a raggiungerlo in segreto, decidendo così di partire alla volta del capoluogo lombardo con pochi soldi in tasca ma con l’inseparabile chitarra. Ma arrivato a destinazione non troverà nuovamente Riverberi: costretto ad una sistemazione di emergenza in una piccola pensione di Rho per cui dovrà dare in pegno la sua amata chitarra, maturerà l’assurda decisione di tornare a Caserta a piedi. Ma la figura surreale del maestro, nel momento in cui il giovane è assolutamente stremato e senza forze, sembra rispuntare di nuovo dal nulla, quasi con un alone divino…In questo suo primo lungometraggio da regista, convincente e inusuale nel cinema nostrano per tematiche e musicalità, dove non mancano anche le atmosfere jazz e perfino da musical, Fabrizio Bentivoglio regala tutta la sua malinconia, la sua ironia drammatica che difficilmente riserva per le sue interpretazioni attoriali, di solito sornione, istrioniche ed eclettiche. “Lascia perdere, Johnny!” mescola la musica del cuore alle note dell’anima, in un’interpretazione corale che usufruisce delle prove convincenti del giovane Merolillo, dei fratelli Servillo (Toni corona una stagione d’oro che ha avuto il suo apice ne “La ragazza del lago”), di Ernesto Mahieux, della splendida Valeria Golino e di una Lina Sastri bella e triste. Bentivoglio dirige e si dirige con impeto in quest’opera prima che appare un vero e proprio romanzo di formazione, pieno di rimandi e di note autobiografiche, dove non mancano gli errori o le sviste comprensibili di un’opera prima (fra cui anche le stecche del bravo Riverberi al pianoforte), ma che forse il regista Bentivoglio decide di lasciare volutamente alla luce di una ricerca ben più importante: la melodia cinematografica.
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Alessandro Orecchio
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il 12 Dec 2007 alle 17:20 |
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