HamedAppunti; ingiusto il “decreto anticrisi”
SAN BENEDETTO DEL TRONTO, 27/01/2009 - Intervengo sui recenti provvedimenti presi dal Governo in tema di immigrazione, per denunciare un ingiusto inasprimento delle già difficili condizioni di sopravvivenza degli extracomunitari italiani. Questa crisi ha colpito soprattutto la fascia più debole della popolazione, ma non penso che i problemi del Paese si risolvano aggravando la situazione degli immigrati. Mi riferisco in particolare al “decreto anticrisi”. La proposta di far pagare agli immigrati 50 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno è profondamente ingiusta e discriminatoria almeno per due ragioni. La prima è che essi già pagano 72 euro per il rilascio del permesso per sé, e ulteriori 72 per ogni familiare a carico. A questi si vorrebbero aggiungere i 50 euro a persona per il rinnovo. Soldi che finiscono in gran parte nelle casse delle poste italiane, e finanziano una procedura farraginosa. La seconda è che un lavoratore immigrato aspetta anche più di un anno per avere il rinnovo del suo permesso di soggiorno, rischiando, a volte, il licenziamento, perché nel frattempo non è in regola. Insomma, è costretto a sostenere un costo certo in cambio di un servizio incerto. Un altro provvedimento presentato dalla Lega obbliga solo gli immigrati a sottoscrivere una fideiussione di 10 mila euro, per poter aprire una partita Iva: invece di favorire la creazione di piccole imprese, o di un lavoro autonomo. Solo la contrarietà dei medici ha bloccato l’adozione di un altro provvedimento avverso agli immigrati, secondo cui sarebbero stati denunciati quanti di loro si fossero rivolti alle strutture sanitarie senza avere un regolare permesso di soggiorno. Ma il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione, e non lo si può legare ad altre condizioni. Nel caso di malattie infettive, infatti, la cura deve essere tempestiva e non subordinata al timore di un rimpatrio, anche per tutelare i cittadini italiani. Denuncio il clima di avversione verso gli immigrati, che già emergeva con l’inasprimento dei requisiti necessari per ottenere un contributo sugli affitti. Il Comune di San Benedetto, forse l’unico in Italia, ha stanziato fondi supplementari per far sì che gli esclusi dalle nuove disposizioni, avessero comunque la possibilità di accedere a questo beneficio come avveniva fino all’anno scorso. Quello del Comune di San Benedetto è un provvedimento esemplare sulla strada dell’integrazione dei nuovi venuti, che contribuiscono in maniera determinante all’economia italiana. Aumentare o inasprire gli obblighi e le formalità per gli immigrati in una fase di grande difficoltà economica significa colpire quello che è ormai una componente importante strutturale della nostra forza lavoro in diversi settori dell’economia. E nonostante sia giunta la contrarietà a questi provvedimenti da parte del presidente del consiglio e del presidente della Camera, l’iter va avanti. Colpire i più deboli, tra i quali i lavoratori immigrati, e chiamarli a pagare il prezzo della crisi, oltre che una tassa ingiusta, vuol dire fare passi indietro sia per quanto riguarda le politiche di integrazione sia per la qualità della nostra democrazia.
*consigliere comunale aggiunto per l’immigrazione
|