Il Cameroun di Alice
Un'altra ragazza della nostra Provincia è partita per un anno di servizio civile volontario tra le persone che hanno bisogno: inizia il suo racconto/1
3/12/2007 - Con questo articolo inizia la collaborazione fra Alice Beltrami, 27 anni, di Porto S. Elpidio, in servizio civile internazionale in Camerun e “Piceno News”: i racconti di Alice dal Camerun avranno una cadenza quindicinale. Alice è inserita in un progetto del CESC PROJECT di Roma e si è accostata al mondo del volontariato internazionale tramite l’associazione ALOE di Fermo che farà da tramite per questa corrispondenza. L’associazione Aloe ha tra i suoi obiettivi prioritari anche la sensibilizzazione del mondo giovanile del territorio di riferimento alla scelta del Servizio Civile Internazionale. Per informazioni e contatti: www.aloemission.org; aloe@aloemission.org - tel. 347-0603932
Era l’una di notte e non riuscivo ancora a dormire: ero a Roma, a casa di Tiziana, la mia tutor, la sveglia era per le quattro. Tutto era pronto: le valige, i documenti. Io ero pronta? Mille domande occupavano la mia testa: avrò fatto la scelta giusta? Andrà tutto bene? Riuscirò? Sarò abbastanza forte? Cosa mi aspetterà? Quali nuovi amici, luoghi, odori incontrerò? Ricordo che pensavo così velocemente che non riuscivo ad immaginare nulla, tutto si sovrapponeva. Scusate, mi presento: sono Alice, ho 27 anni e sono partita il 13 settembre per il Cameroun, precisamente Mouda, nell’estremo nord, per fare un anno di servizio civile internazionale. E’ stata una decisione presa dopo una lunga riflessione, maturata razionalmente, valutando ogni aspetto per quanto possibile. Avevo fatto qualche ricerca in internet per conoscere le associazioni che appoggiavano progetti all’estero. Soprattutto ho frequentato un corso di formazione alla solidarietà internazionale denominato “Il senso del partire” organizzato dall’Associazione missionaria ALOE di Fermo. Grazie ai contatti di questa associazione, che lavora sul territorio di Ascoli, Fermo e Macerata, sono arrivata al CESC PROJECT di Roma; i suoi progetti mi sono subito piaciuti, erano molto interessanti e ben organizzati. Ero indecisa tra Brasile e Cameroun, entrambi mi avevano colpita anche se diversi tra loro e mi avrebbe fatto piacere lavorarci. Poi ho deciso per il Cameroun. Don Franco Monterubbianesi, il fondatore della comunità di Capodarco, mi ha aiutata un po’ nella scelta, dato che lui conosceva già questa realtà.
Ho tanto desiderato fare questa esperienza e ricordo che nei giorni delle selezioni ero molto ansiosa di avere una risposta su quello che sarebbe stato il mio prossimo futuro. Il tre settembre ero a Roma per iniziare il mio anno di servizio civile. Abbiamo fatto un corso di preparazione prima della partenza, eravamo in dodici: quattro ragazze ed un ragazzo pronti a partire per la Tanzania, sei ragazze per il Brasile ed io per il Cameroun. Il corso è stato interessante e chiarificativo per diversi aspetti, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione e gli accorgimenti da tenere presenti per le malattie che si possono “incontrare” nei paesi tropicali ed anche per prepararci un po’ alle differenze di cultura a cui andavamo incontro e a come porci di fronte a ad esse.
Non scrivo molto di me perché credo che avrete modo di conoscermi con il tempo, visto che in questo anno vi terrò aggiornati con i miei racconti sulla vita in Africa. Quando sono partita non sapevo bene quale sarebbe stato il mio ruolo, sapevo solo che la missione era molto grande e svolgeva diverse attività. Immaginavo solo che avrei lavorato con i bambini più piccoli perché ho già esperienza. Le mie aspettative su questo anno sono un po’ confuse: so però che riceverò molto per la mia crescita personale e per la mia vita. Probabilmente riceverò più di quello che riuscirò a donare. Avrò molto da apprendere e qualcosa da insegnare: non ho grandi pretese, vorrei solo affiancare nel lavoro la gente del posto che lavora già da tempo e cercare di comprendere ed inserirmi nel loro mondo. E’ ovvio che spero che il mio piccolo contributo sia utile e non sia fine a se stesso.
Questo è il primo anno che viene fatto il servizio civile nella Fondazione Bethleem di Mouda ed io faccio un po’ da apripista: il mio progetto consiste anche nel fare in Italia opera di sensibilizzazione per i giovani e questo sarà fatto nel periodo di Natale in cui tornerò per un breve periodo. Spero di appassionarvi e coinvolgervi con i miei racconti. (da provincia.ap.it)
Alice Beltrami
|