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“The Adventures of Ghosthorse and Stillborn” (Touch & Go, 2007) |
CocoRosie “The Adventures of Ghosthorse and Stillborn”
Etichetta: Touch & Go Brani: Rainbowarriors / Promise / Bloody Twins / Japan / Sunshine / Black Poppies / Werewolf / Animals / Houses / Raphael / Girl and the Geese / Miracle Produttore: Valgeir Sigurdsson
Sierra e Bianca Casady sono due sorelle, una nata nell’Iowa da mamma indiana, l’altra alle Hawaii da padre sciamano. Il proprio nomadismo le porta, dopo una vita separata l’una dall’altra, a ritrovarsi a Parigi nel 2003. Le sorelline non si limitano a ristabilire un legame familiare creduto perso ma danno vita ad un sodalizio artistico che porta alla registrazione, su un quattro piste, del disco “La Maison De Mon Reve”, a cui la critica appiccica ciecamente l’etichetta pre-war folk, che nell’estate 2004 sembra adattarsi a tutto ciò che di nuovo viene fuori dall’indie americano. Chiaramente le assonanze con Banhart e Vetiver non mancano, ma la sperimentazione vocale delle CocoRosie ne fa un caso unico e finisce per stregare chiunque si avvicina alla loro musica. L’anno dopo arriva “Noah’s Ark”, episodio forse un po’ affrettato in cui spicca però la partecipazione di Antony in un omaggio a Jean Genet, e ora è il momento del terzo capitolo.
Da più parti diranno che la formula delle CocoRosie aveva già esaurito quello che aveva da dire col primo album. Onestamente pare invece che la formula continui a sedurre: tra acuti, miagolii, carillon, fruscii e campanellini, “The Adventures of Ghosthorse and Stillborn” è percorso da un grido naif che fa eco dentro foreste malvagie e case di marzapane. Se il brano d’apertura nonché primo singolo (Rainbowarriors) ammicca all’hip-hop, si tratta pur sempre di hip-hop languido e favoloso. L’elemento fiabesco, presente nelle composizioni delle CocoRosie sin dagli inizi, specialmente nelle canzoni-giocattolo di Bianca, esplode in questo album in modo quanto mai deciso, tanto che, dopo aver composto a Parigi, Bianca e Sierra sono volate a Reykjavik a registrare. L’atmosfera onirica è esacerbata poi dalla produzione di Valgeir Sigurdsson, già al lavoro con la Bjork di “Dancer In The Dark”, “Vespertine” e “Medulla”. E a chi non ne ha a sufficienza per sognare ad occhi aperti basterà attendere di vedere il video di Rainbowarriors, attualmente in preparazione, girato da Michel Gondry, reduce dal recente successo di critica per il film “L’arte del sogno”.
Il disco seduce anche (o proprio) per la sua varietà: le sorelle Casady sanno essere inquietanti (Bloody Twins), dolcissime (Werewolf), liquide e inebrianti come sidro (Houses), caracollanti come potrebbe soltanto un Tom Waits bambino (Japan) e, sempre, inequivocabilmente, fiabesche e freak. Il gusto dell’ascolto non viene meno neanche nei rari momenti in cui la sperimentazione scade nel kitsch o quando si fa largo il dubbio che la voce da soprano di Sierra sia un tantino sacrificata tra gli striduli gorgheggi di Bianca. Alle CocoRosie si può già guardare come ad un modello, ce ne fossero di ragazze vogliose di imparare dalla loro lezione di coraggio. Per intanto Sierra e Bianca continuano ad essere l’unico duo femminile capace di colorare il folk con la naturalezza di un bambino un po’ malvagio o, se preferite, con il gusto infantile di un Tim Burton perso in uno di quegli incubi che fanno anche un po’ sorridere.
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Pierluigi Lucadei
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Recensioni |
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il 29 Mar 2007 alle 17:36 |
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