ALESSANDRO FERRONI E MARIO ZANOT DOCENTI DELL’ACCADEMIA INTERNAZIONALE DEL DOCUMENTARIO.
Con le lezioni dei documentaristi Alessandro Ferroni e Mario Zanot, prosegue il percorso didattico della sessione estiva dell’Accademia Internazionale del Documentario “Libero Bizzarri” all’Auditorium del Comune di San Benedetto del Tronto.
Il primo (alle ore 10.00), affronterà il tema delle produzioni documentaristiche internazionali collegate al lavoro delle Ong. Il tema della lezione, “Lo spazio del reale tra immagine ed immaginario. L’esperienza Qosko Maki nel paesaggio della cooperazione internazionale”, verterà sul lavoro che le organizzazioni internazionali non governative stanno facendo nei paesi latino-americani a sostegno dei “ragazzi di strada”.
Mario Zanot, regista di una intervista storica con Duch, meglio conosciuto come il “macellaio di Phnom Penh”, tratterà (ore 11.00), il tema “La tecnica del documentario per un profilo d’Autore”, l’abilità cioè di un documentarista nell’affrontare interviste con personaggi che, nel bene o nel male, hanno fatto la storia della nostra epoca. Mario Zanot, regista milanese, è reduce dall’esperienza con Giuseppe Tornatore sul set di “Baaria”, di cui è stato regista della seconda unità.
DOC IN CONCORSO. IL SECONDO GIORNO DEI “MAGNIFICI 20”.
Dopo Marco Bertozzi e Giovanni Piperno, autori presenti ieri con “Predappio in Luce” e “CIMAP! Cento italiani matti a Pechino”, prosegue all’Auditorium del Comune di San Benedetto del Tronto, la proiezione dei documentari in concorso al 16° Premio Libero Bizzarri DocFilmFest.
Oggi è la volta di “Hijos del sol” di Alessandro Ferroni, e del “Macellaio di Phnom Penh” di Mario Zanot.
“Hijos del sol” è ambientato a Cusco, capitale dell’antico impero Inka sviluppatasi nelle frastagliate montagne andine, dove opera Qosqo Maki (La mano di Cusco), una associazione che si propone di offrire ai bambini ed adolescenti che si trovano a lavorare nelle strade della città la possibilità di costruire un luogo altro.
“Il macellaio di Phnom Penh” è costruito attorno all’intervista, in esclusiva mondiale, a Kaing Guek Eav, meglio noto come Duch, direttore del centro di tortura S-21 durante il regime di Pol Pot, responsabile della morte di 17.000 persone e oggi sotto processo in Cambogia con l’accusa di crimini contro l’umanità.
TERMINA LA PERSONALE DI GIUSEPPE PICCIONI. E’ IL GIORNO DEL “GRANDE BLEK”.
È giunta alla fine l’attesissima “Personale” di Giuseppe Piccioni, una sezione del 16° Premio Libero Bizzarri DocFilmFest, che ha avuto un eccezionale riscontro di critica e di un pubblico che l’ha seguita al Teatro Concordia fino a tarda notte.
Sullo schermo (ore 21.00), le immagini di “La vita che vorrei”, con Luigi Lo Cascio, Sandra Ceccarelli, Galatea Ranzi e Roberto Citran e “Il grande Blek” (ore 23.15), con Roberto De Francesco, Sergio Rubini, Dario Parisini, Francesca Neri, Federica Mastroianni e Silvana De Santis.
“La vita che vorrei” è la storia di Laura che, poco più che trentenne e con una incerta carriera di attrice alle spalle, viene scelta come protagonista per girare un film in costume ambientato nell’Ottocento che narra di una sfortunata storia d’amore. Sul set fa la conoscenza di Stefano, trentacinquenne attore piuttosto affermato, che torna a recitare dopo un film non riuscito. Tra i due nasce una relazione che ripercorre nella realtà le tappe e gli sviluppi della storia recitata sul set.
Aperta con la proiezione di “Giulia non esce la sera”, ultimo film di Giuseppe Piccioni, la “Personale” non poteva che chiudersi con il primo lavoro del regista marchigiano: “Il grande Blek”. Girato ad Ascoli, con “sconfinamenti” a Offida e San Benedetto del Tronto, il film ripercorre la storia degli adolescenti nati e cresciuti in una città di provincia in attesa di spiccare il salto verso realtà diverse e “dove i fatti accadono davvero”. Proiezione notturna per chi ha nel cuore un periodo indimenticabile per la storia personale di molti.
PRIME REAZIONI DEL PUBBLICO ALLA PROIEZIONE
DEI DOCUMENTARI IN CONCORSO
Ed è arrivata anche la prima standing ovation.”Noi che siamo ancora vive”, il film di Daniele Cini sui figli dei desaparecidos argentini, ha commosso e indignato il pubblico presente alle proiezioni pomeridiane dei doc in corcorso presso l’Auditorium del Comune di San Benedetto del Tronto. Evidentemente la forza e, nel contempo, la delicatezza con cui il regista torinese ha trattato una ferita ancora aperta nella memoria di molti argentini (anche cittadini italiani o oriundi italiani), ha fatto presa su un pubblico che, al termine della proiezione, si è lasciato andare a un lungo applauso liberatorio mentre Victoria, una figlia rubata ai genitori oppositori del regime, teneva da deputato appena eletto, nel Parlamento di Buenos Aires.
Tutti i documentari del concorso hanno in sé la capacità di emozionare, uno dei criteri con cui la direzione artistica del Bizzarri DocFilmFest, ha effettuato la selezione.