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"Come Dio comanda" (Mondadori, 2006) |
Niccolò Ammaniti “Come Dio comanda”
Rino e Cristiano Zena, padre e figlio, sono una famiglia: la madre se n'è andata e loro vivono soli in una stamberga costruita da Rino alla meno peggio. Rino è un uomo difficile: disoccupato, violento, alcolista, sempre sul punto di perdere la custodia del figlio. Anche se con modi brutali ed insegnamenti scellerati ama follemente Cristiano, lo considera l’unica cosa che dia senso alla sua miserabile vita. Con i suoi amici Danilo e Quattro Formaggi cresce Cristiano come in un clan dove la vita da balordi è riscattata almeno in parte da sentimenti di amicizia viscerale. Alle loro truci storie si intreccia quella di Fabiana, la ragazzina di cui Cristiano è segretamente innamorato. A cinque anni da Io non ho paura, diventato anche film (regia di Gabriele Salvatores), torna Niccolò Ammaniti con un romanzo che, mentre racconta la forza di un rapporto difficile tra padre e figlio, tratteggia a tinte cupe un’Italia socialmente alla deriva. In un paesaggio fatto di centri commerciali e capannoni, ignoranza, ipocrisia e indigenza trovano una naturale valvola di sfogo nella violenza: psicologica, fisica, verbale. Rino insegna a Cristiano che poco importa se si ha ragione o torto: solo menando le mani o il bastone si può sopravvivere. I protagonisti sono figure estreme in tutto: violenti e instabili eppure ancora capaci di amare; annaspano ai margini della vita ma a dispetto della generale indifferenza sanno ancora provare sentimenti genuini. Per dare una svolta alle loro vite asfittiche, Rino e i suoi due amici, l’inquietante e libidinoso Corrado Rumitz, detto Quattro Formaggi, e Danilo Aprea, segnato dalla morte della figlia e dall’abbandono della moglie, decidono di fare il colpo della vita: scassinare un Bancomat. Il loro piano sarà sconvolto da una improvvisa tempesta che segnerà il destino anche di Fabiana. La notte della tempesta le vite di tutti i protagonisti verranno trascinate in un turbine di eventi assurdi quanto drammatici. “Come Dio comenda” offre senza dubbio una lettura fluida e molto godibile. La caduta senza ritorno di Rino, Quattro Formaggi e Danilo si compie nell’indifferenza del mondo circostante. Peccato per i troppi luoghi comuni, per i dialoghi forse un po’ scontati, per una sorpresa nella storia che non arriva mai. Quello che colpisce di più il lettore secondo noi è il personaggio di Fabiana Ponticelli: descritta inizialmente come la solita ragazzina pseudoribelle e cannata, scopre di essere ancora una bambina sensibile ed insicura proprio nel momento più tragico e toccante della sua breve esistenza.
Gabriele De Gregorio
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il 23 Dec 2006 alle 21:55 |
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