Un assaggio… …In quest'ultimo periodo, a causa della globalizzazione, i lavoratori sono stati sottoposti a pressioni sempre più pesanti, attraverso ristrutturazioni selvagge a catena, mobilità sociale discendente, e una dilagante paura di decadere dal proprio status sociale. I rigurgiti di tribalismo e di feudalesimo correlati alla società post-moderna, post-welfare e post-informazione, hanno fornito terreno fertile per l'avvento di nuovi supermanager, impegnati a controllare "l'economia libidinale" di tale sradicamento. In queste condizioni il mobbing, come nuovo paradigma del disagio lavorativo, conduce a una prassi politica caratterizzata dalla protesta.
Questo fatto è dimostrato dalla circolazione di storie di violenza e sofferenza psicologica, simili a quelle che Casilli riferisce in maniera così eloquente e partecipe. La condivisione di sofferenze e rancori nei resoconti dei casi di mobbing, mette in luce l'esistenza di "triangoli" (locali e globali) del tipo mobbizzatore / mobbizzato / esperto di mobbing, da cui ciascun attore trae un proprio tornaconto. Le vittime hanno bisogno che gli esperti parlino al posto loro; gli esperti hanno bisogno delle vittime per mettere in pratica le loro terapie; e i mobbizzatori spesso riescono a ottenere un sovrappiù economico e libidinale dalla giustificazione culturale ed economica del proprio comportamento (dall'Introduzione di Paul McCarthy).
Vi segnaliamo alcuni testi:
1. “Stress e mobbing. Diagnosi, prevenzione e tutela legale” di De Falco G, Messineo A, Messineo F. (Segnatura A - 81)
Il testo descrive accuratamente il cosiddetto "mobbing", analizzando anche i suoi riflessi legislativi, esaminando tutti quei comportamenti che nuocciono al lavoratore, alla sua produttività e alla sua psiche. Il libro, giunto alla sua seconda edizione, tiene conto delle novità registrate negli ultimi due anni sia nel campo medico scientifico che in ambito sociale, politico e giurisprudenziale. Allegati al libro, una serie di questionari già utilizzati in ricerche nell'ambito delle epidemiologie delle patologie da lavoro e che possono essere un utile punto di partenza per successive analisi. Il volume è stato arricchito con una serie di schemi tratti dalla numerosa letteratura espressa negli anni dalle pubblicazioni presentate in convegni.
Sommario
Stress e fattori di rischio psicologico negli ambienti di lavoro – Il medico competente: ruolo e possibilità di intervento – I rischi lavorativi attraverso l’analisi del lavoro organizzato – Il recupero delle energie psicofisiche e la programmazione del loro impiego. L’incidenza dello stress nell’organizzazione del lavoro in applicazione dell’art. 2087 c.c. – Cenni storici e definizione di mobbing – Analisi delle caratteristiche del comportamento mobbizzante – Prevenzione del mobbing – Il mobbing nell’ordinamento giuridico vigente – La tutela del lavoratore:le azioni giudiziarie, il danno ed il nesso di causalità- Ruolo del RSPP nella bonifica delle costrittività organizzative – La normativa regionale sul mobbing, le direttive ministeriali e i CC.NN.LL.
2. “La vita organizzativa. Difese, collusioni e ostilità nelle relazioni di lavoro” di Gian Piero Quaglino. (Segnatura A-75)
In ogni contesto organizzativo, la vita di lavoro espone a crescenti fatiche soggettive. La collaborazione incontra difficoltà, gratificazione e motivazione sono messe alla corda, incerte diventano le ragioni per impegnarsi e sempre minore appare la possibilità di condividere temi come l'orgoglio e la fiducia. Il volume va oltre lo sguardo di superficie sull'organizzazione che parla di efficienza, positività e successo nella competizione, approfondendo le ragioni di ciascuno per tentare percorsi di sopravvivenza nei contesti di lavoro e analizzando i più evidenti "nodi" relazionali a cui essi espongono e che alimentano.
3. “Il mobbing. Dal disagio al benessere lavorativo” a cura di Franco Marini, Marcello Nonnis. (Segnatura A – 83).
Affrontare il tema del mobbing in uno scenario locale e globale caratterizzato da un continuo e spesso tumultuoso cambiamento richiede la sinergia di diversi saperi, metodi e competenze: psicologica, medica, giuridica, sociologica, pedagogica, solo per citarne alcune. Ciò pone alcuni problemi di natura epistemologica e operativa, ed implica un'integrazione e contaminazione tra discipline, metodi e competenze. Questo volume propone al lettore alcuni spunti di riflessione teorica e modalità operative di ricerca ed intervento per la promozione del benessere nei contesti organizzativi.
4. “Salute organizzativa. Psicologia del benessere nei contesti lavorativi” a cura di Avallone F, Paplomatas A. (Segnatura A – 77).
Nelle organizzazioni, gerarchia, procedure e strumenti tradizionali di gestione delle persone appaiono sempre meno adeguati a stimolare motivazione, creatività ed efficacia collettiva, e sempre più all’origine di una dissipazione di energie emotive e progettuali. Dopo una rassegna storica degli studi che hanno indagato la nascita e lo sviluppo della salute organizzativa, gli autori propongono una metodologia di analisi del benessere nelle organizzazioni e di prevenzione dei rischi psicosociali, che consente di attuare una verifica dello “stato di salute” di un’organizzazione e di progettare un piano di interventi finalizzato a migliorare il rapporto persona-contesto di lavoro.
Sommario Parte prima. Salute e convivenza organizzativa 1. Nascita e sviluppo della psicologia della salute organizzativa 2. La concezione della salute organizzativa 3. Ambiti di studio della salute organizzativa 4. Gli interventi di promozione della salute Parte seconda. Verso un modello di ricerca-intervento sulla salute organizzativa 1. Il costrutto di salute organizzativa 2. Gli strumenti di indagine della salute organizzativa 3. Validazione del questionario sulla salute organizzativa 4. L'indagine sul campo 5. Procedura di ricerca-intervento sulla salute organizzativa 6. Direttiva del Ministro della Funzione Pubblica sulle misure finalizzate al miglioramento del benessere organizzativo nelle Pubbliche Amministrazioni. Gli autori: Francesco Avallone è preside della facoltà di Psicologia 2 dell'università di Roma "La Sapienza", dove insegna Psicologia del lavoro. Tra le sue pubblicazioni, "Psicologia del lavoro" (Roma, 1994) e "Il lavoro nelle organizzazioni" (Milano, 2001). Alessia Paplomatas lavora presso il Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell'Azienda USL di Frosinone.
5. “Stop mobbing. Resistere alla violenza psicologica sul luogo di lavoro” a cura di Antonio A. Casilli. (Segnatura A – 77).
Un capo tiranno? Un conflitto aperto con i colleghi? Una sensazione di isolamento e preoccupanti sintomi psicosomatici? Forse sei vittima del mobbing, una strategia di terrorismo psicologico da ufficio. Il mobbing colpisce ogni tipo di lavoratore, anche i migliori e i più produttivi, con attacchi violenti o persecuzioni subdole. I suoi effetti estremi (depressione, suicidio) e i suoi costi sociali ne fanno un fenomeno davvero preoccupante. Come resistere a questa violenza di sottofondo del mondo aziendale attuale? Forse «ripensando il lavoro» per comprendere i cambiamenti che rendono il mobbing sempre più diffuso e riconoscibile. Prima che venisse usato il termine mobbing per descrivere i comportamenti irrazionali o contrari alle regole della civiltà nei luoghi di lavoro degli anni '90, il disagio lavorativo veniva solitamente spiegato servendosi del modello dominante, preso in prestito dalla psicologia, dello "stress lavorativo". E' noto che la categoria dello stress interpreta le malattie lavorative come disfunzioni del corpo e della organizzazione dell'azienda, alle quali si può rimediare per mezzo di una terapia che riallinei la macchina-uomo e la macchina-organizzazione. Le spiegazioni in termini di stress generalmente mettono l'accento sulla personalità psico-sociale come indicatore chiave di una situazione di disagio effettivamente vissuta, e sulla responsabilità personale dei manager nel provocare stress e disagi fisici. Gli studi sullo stress, che tendono a concentrarsi su vittime posizionate nei gradi inferiori della scala gerarchica,sono per lo più positivistici, carichi di pretese di legittimazione pseudo-scientifica. I veri e propri studi sul mobbing tendono invece a mettere sotto accusa i dirigenti prevaricatori implicati in abusi di potere.
Antonio Casilli Antonio Casilli, per scelta, vive e lavora fuori dall'Italia. Si è occupato di trasformazioni del lavoro ed è autore del libro La fabbrica libertina (manifestolibri 1997).
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email: gabriella.sabbatini@regione.marche.it
Per approfondimenti consultare il link al
Comitato Paritetico per il Mobbing
http://www.pariopportunita.regione.marche.it/default.asp?pag=196&sito=2&lin=IT&m=3