Ad ognuno il suo!
di Gloria Lattanzi
14/04/2009 - Ancora una volta, nel momento del dolore, della commozione e della paura che non accenna a svanire, nella nostra Italietta è stato nuovamente allestito il teatrino delle polemiche, delle fazioni politiche e dei giornalisti che ne approfittano per conquistare la ribalta a colpi di interventi, risposte e critiche quanto mai inutili. Inutili per chi si ritrova a piangere i propri cari e ha perso tutto quanto ottenuto con immani sacrifici. Nella scorsa settimana abbiamo assistito a una kermesse a cui purtroppo siamo abituati, ma che per una volta, avevamo sperato lasciasse il posto soltanto ad un’accorata partecipazione al cordoglio per le vittime dell'Abruzzo. Il nostro paese ha un popolo fatto di gente di varia umanità, ma ormai abbiamo imparato a classificare certi soggetti, come il politico che sgomita per parlare davanti a un microfono o al giornalista assetato di scoop. Quale occasione più idonea per mostrarsi, poteva presentarsi per i suddetti individui? È passata poco più di una settimana, e di cose ne sono state dette e scritte veramente tante. Questo articolo non vuole essere una critica, un attacco o una narrazione dell’accaduto, vuole essere un invito, un invito a tacere per coloro che non sanno e fortunatamente non possono immaginare cosa ha provocato quella fatidica scossa, un invito a lavorare per coloro che soltanto grazie ai loro poteri, potranno ricercare gli eventuali responsabili e responsabilità delle conseguenze disastrose del terremoto. Un invito per i politici a fare il loro dovere, a portare avanti la macchina dello Stato, com’è giusto che sia e un invito per i giornalisti, perché si attengano a riportare obiettivamente la realtà dei fatti, senza strumentalizzazioni e senza divenire sciacalli al pari di coloro che si sono introdotti nelle case per rubare, spettacolarizzando attimi di disperazione per conquistare audience. Una lezione di stile l’hanno data gli Abruzzesi e gli Italiani, che compostamente hanno aiutato i loro conterranei con umiltà, dedizione e speranza. Chiunque con i propri mezzi a disposizione. Siamo tutti sicuri e certi, che coloro che in questi giorni hanno occupato i media con le loro dichiarazioni, inchieste e diatribe, nel momento della ricostruzione, dell’opera più delicata e faticosa della ricerca della verità sui presunti colpevoli, spariranno magicamente. Perché loro si arrogano solo il diritto di giudicare, sparlare e farneticare. Il terremoto del 6 Aprile ha scosso la coscienza dell’Italia intera, facendola mobilitare e sensibilizzare, ad eccezione dei soliti noti. Nemmeno il tremore della Terra è riuscito a scuotere le loro manie di protagonismo. Unica certezza in questo paese di crolli, morali e materiali.
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