Benvenuto e Buona Navigazione, sono le ore 19:32 di Ven 11 Nov 2022
•  Home
•  Primo Piano
•  Cronaca e Attualità
•  Sport
•  Cultura e Spettacoli
•  Recensioni
•  Sociale
•  Interviste
•  In...form @ zione In...sicurezz@
•  Benessere e Salute
•  Archivio
•  Foto e Vignette
•  Editoriali
•  in Vetrina
•  Media Center
Mascalzone TV
il mascalzone

TG RaiNews24
Oblò: Appunti e Spunti
Calcio, Calci e Calciattori
Quelli che...
Speciali
A...gricoltura
InformaGiovani
Play List
Cactus
NewsLetters
Scrivi al Direttore
Meteo
Farmacie di Turno
Orario Trasporti Marche
Vangelo del Giorno
Links
Homepage >> Cronaca e Attualità
Homepage >> Oblò: Appunti e Spunti
Homepage >> Quelli che...
Foiba

Foibe, è il caso di parlarne

L'Italia, grazie a una legge di questo governo, ricorda la tragedia di migliaia di suoi figli. Con qualche eccezione certo, con qualche contestazione, con qualche marginale e poco nobile distinguo. Ma soprattutto, ed è questo che simbolicamente conta, con le parole di Ciampi: «Il riconoscimento del supplizio patito è un atto di giustizia nei confronti di ognuna di quelle vittime, restituisce le loro esistenze alla realtà presente perché le custodisca nella pienezza del loro valore, come individui e come cittadini italiani».

Foiba. Dal latino fovea (fossa, cava, antro la parola sta ad indicare una fenditura del terreno, profonda anche alcune decine di metri, che si apre sul fondo di una dolina e che l'erosione millenaria dell'acqua ha scavato nelle rocce carsiche in forme gigantesche e accidentate.

Solo con l'ultimo conflitto, foiba è diventato altro. Foibe “ termine allusivo e atroce” con il quale si intende riferirsi all'eliminazione di italiani nella Venezia Giulia, nel settembre-ottobre 1943 e soprattutto nella primavera del '45, ad opera delle truppe di Tito.

Comincia da qui la fosca storia sulla quale è stata operata una rimozione della memoria niente affatto casuale e sulla quale tuttavia, ieri e oggi, si esercita un virulento tentativo di distorta interpretazione storica, in chiave prevalentemente anticomunista (non solo da destra).

Le prime foibe nascono da un odio sedimentato da oltre vent'anni di soprusi e violenze perpetrate dal regime fascista contro le popolazioni istriane.
Già l'annessione dell'Istria all'ltalia dopo la prima guerra Mondiale, in forza del trattato di Versailles avviene in un clima di ostilità da parte dei contadini croati e sloveni, che vedono la loro economia andare in rovina e si sentono espropriati e umiliati. Ma il fascismo fa precipitare la situazione. In questa regione multietnica, dove il regime assume subito i tratti spicci del fascismo di frontiera, si attua in modo violento la politica dell'assimilazione. Una politica che si traduce in vera e propria persecuzione, con denunce, arresti, espropriazioni, negazione dell'identità culturale, oppressione. il lungo odio che cova tra la popolazione slava si coagula intorno all'equazione italiano = fascista = padrone.
Intanto, in tutta la Jugoslavia è già divampata la lotta partigiana che ben presto si estende all'Istria. Prendono le armi non solo i militanti comunisti, ma anche quella parte di popolazione che il regime ha vessato più pesantemente; attentati e azioni di sabotaggio sono all'ordine del giorno (sono oltre 20.000 i partigiani dell'Istria interna, tra i quali sono preminenti appunto i combattenti comunisti).

La risposta dell'autorità italiana è durissima, numerosi gli eccidi che colpiscono la popolazione civile: impiccagioni, interi villaggi dati alle fiamme, rastrellamenti, arresti in massa.

Quando con l'8 settembre 1943, L'Istria viene abbandonata dai soldati italiani che la presidiavano e i tedeschi devono ancora prenderne il controllo tutto crolla. Arriva il momento della violenza, spontanea e indiscriminata, lo scoppio dell'odio a lungo trattenuto. E' la caccia contro "chiunque sia ricollegabile all'amministrazione italiana"; il clima nel quale si intrecciano "il giustizialismo politico del movimento partigiano e la violenza della rivolta contadina", mescolati insieme spinte nazionaliste e contenuti di classe.

Arriva Tito - Josip Broz Tito

Il 1 maggio 1945 gli nomini di Tito entrano a Trieste l'insurrezione in città avviene sotto la guida congiunta del Cln giuliano e dei partigiani di "Unità Operaia", decisamente filo-titini. Gli avvenimenti sono tumultuosi. Il 3 è presa Fiume, il 6 Pola, in una settimana la penisola è occupata, i tedeschi vinti. Scatta l'epurazione verso chi non ci sta, nel mucchio finiscono quelli che hanno fatto la resistenza ma sono anticomunisti, i dissidenti liberali, quelli definiti genericamente conservatori e reazionari , anche quei comunisti nazionalisti che non accettano la subordinazione a Tito.
La realtà, l'opposizione al Maresciallo e al vittorioso esercito jugoslavo è già una scelta di campo, già infatti si gioca la partita Occidente-Urss per la spartizione delle sfere d'influenza, e la Venezia Giulia è la pedina di una posta già internazionalizzata.

Trieste, dopo aver subito più di un mese di occupazione jugoslava, ancora oggi ricordati come " i quaranta giorni del terrore ", visse per 9 anni sotto il controllo di un Governo Militare Alleato (americano ed inglese), in attesa che le diplomazie decidessero la sua sorte.

Solo nell'ottobre del 1954 l'Italia prese il pieno controllo di Trieste, lasciando l'Istria all'amministrazione jugoslava.

Alla fine il numero delle vittime è enorme. C'è chi dice più di cinquemila, ma l'oscillazione può arrivare anche a lambire le ventimila. Il ritrovamento dei pochi resti delle vittime, l'alea sui dispersi, le prove occultate, le indagini mai fatte sui massacri, l'insabbiamento delle prove materiali operato dal regime jugoslavo che ha governato i territori che furono teatro dei massacri di quegli anni, impediscono di conoscere con esattezza la proporzione del lutto e della tragedia italiana. Tragedia che non finisce con il sopirsi dei massacri. Perché continua con l'esodo di centinaia di migliaia di italiani.

Continua con la vergogna e l'infamia dell'esilio in patria: 350 mila profughi italiani fuggiti dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia trattati dalla classe dirigente della loro nazione, e da parte dei loro compatrioti come dei reietti, dei cripto fascisti, mentre era solo povera gente che fuggiva alla persecuzione e al massacro.

Capitolo oscuro: perché

Dove sta la verità? Sulla tragica questione foibe siamo dunque ancora alla "donna velata"; non solo sulla sua qualificazione, ma anche sulla sua reale entità.
E' però utile chiedersi come mai l'intera vicenda sia rimasta un capitolo oscuro, un capitolo rimosso per tanto tempo. Chi ha avuto l'interesse a lasciarlo nel buio?
In primo luogo - è la risposta degli storici - l'interesse è degli angloamericani. Quando infatti nel 1948 si consuma la rottura tra Tito e Mosca e l'Occidente guarda al Maresciallo come a un possibile prezioso alleato contro l'Urss, viene lasciata cadere ogni idea di approfondire i fatti del 1945: "la spiegazione fornita da Belgrado circa il carattere politico delle eliminazioni e la generale colpevolezza dei morti, diventa una sorta di versione ufficiale accettata dalla diplomazia occidentale che non ritorna sull'argomento".
In secondo luogo "a rimuovere" è il governo italiano con De Gasperi che non gradisce affatto di accendere i riflettori sulle umilianti condizioni accettate per il territorio libero di Trieste (che resterà in mano alleata sino al 26 novembre 1954): "il silenzio storico sulle foibe diventa funzionale al silenzio sul trattato di pace e sulla diminuzione della sovranità nazionale".
Infine, 1'interesse a mettere a tacere è anche del Pci, niente affatto portato a tornare su una questione "che evidenzia le contraddizioni fra la nuova collocazione di partito nazionale, la vocazione internazionalista e i legami con Mosca".

Foibe. E' il caso di parlarne.

dall'angolo di Sibilla, controcorrentesatirica.com


  

Cronaca e Attualità

Oblò: Appunti e Spunti

Quelli che...

 Articolo letto 280 volte. il 12 Feb 2007 alle 16:14
 
TIRO A VOLO/ EUROPEI, D’ ANIELLO VINCE L’ORO NEL DOUBLE TRAP 16 Jul 2009 alle 01:37
HOCKEY PRATO/ DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE LUCA DI MAURO 16 Jul 2009 alle 01:34
AUTOMOBILISMO/ PIKES PEAK 2009 AL VIA L’ 87ESIMA EDIZIONE 16 Jul 2009 alle 01:26
AUTOMOBILISMO/ CAMPIONATO ITALIANO VELOCITÀ MONTAGNA 22ª LIMA ABETONE TROFEO FABIO DANTI 16 Jul 2009 alle 01:22
AUTOMOBILISMO/ IL TROFEO RALLY A SAN MARTINO DI CASTROZZA 16 Jul 2009 alle 01:18
Prima Ironman all’estero per il fermano Giacomo Riposati 16 Jul 2009 alle 01:14
E... state a Cossignano. Calendario delle manifestazioni estive 16 Jul 2009 alle 00:58
Manifestazione pro Borsellino il 19 Luglio a San benedetto del Tronto 16 Jul 2009 alle 00:43
Prima riunione della Giunta provinciale 15 Jul 2009 alle 22:10
Italia Wave Love Festival, domani si parte 15 Jul 2009 alle 19:10
dall'UnivPM 15 Jul 2009 alle 18:04
Cordoglio per la scomparsa del professor Domenico Maffei 15 Jul 2009 alle 17:57
Territorio di qualità. Parole al vento! 15 Jul 2009 alle 17:53
Moda e Cabaret di Confartigianato 15 Jul 2009 alle 17:39
Salvatore Niffoi agli “Incontri con l’autore” 15 Jul 2009 alle 17:13
AD UNICAM CONVEGNO SULLE MALATTIE NEURODEGENERATIVE 15 Jul 2009 alle 17:09
dalla Città 15 Jul 2009 alle 16:58
AVVERTENZE ONLINE 15 Jul 2009 alle 09:06
E' scomparso questa notte Luigi "Giggiò" Coccia, alias 'Tamburello' 15 Jul 2009 alle 01:35
Anghiò: il "pesce povero" arricchisce il territorio 15 Jul 2009 alle 00:21
 
La crisi si fa sentire anche tra gli avventori del Bar King


Africa e i potenti del G8
Berlusconi_Obama
di Lucio Garofalo

Berlusconi: "Il G8 è stato un successo, sono stati stanziati 20 miliardi per l'Africa". In realtà, il vertice de L'Aquila si è concluso con una serie di clamorosi fallimenti rispetto agli ambiziosi obiettivi fissati nell'agenda
... continua
© 2003 - 2006 ilmascalzone.it
Via Santa Caterina 17 - 63039 - San Benedetto del Tronto
Testata Giornalistica registrata il 9 giu 2003 al n. 402 del Registro Stampa del Tribunale di Ascoli Piceno - Direttore Responsabile: Pietro Lucadei
webtoo.it