PROSTITUZIONE VIETATA PER STRADA? BENE SOLO SE SIGNIFICA LEGALIZZAZIONE
Intervento dell'on Donatella Poretti, deputata radicale della Rosa nel Pugno, segretario della Commissione Affari Sociali
Il prefetto di Roma, Achille Serra, ha auspicato una modifica dell'attuale normativa, si' che venga vietata la prostituzione per strada: sarebbero cosi' evitate le insofferenze nei cittadini. Dopo la videosorveglianza che, visto quanto viene proposto oggi, pare non sia servita a raggiungere l'obiettivo, continuano le richieste di provvedimenti che se non chiariti per bene corrono il rischio di essere solo tampone, e quindi con la caratteristica di rappresentare un costo per il contribuente e di essere inutili.
Cosa vuol dire "una normativa che vieti la prostituzione per strada"? Che sarebbe consentita altrove? E allora, perche' il prefetto Serra non dice le cose in modo preciso, cioe' legalizzazione della prostituzione? Cioe' norme, diritti e doveri di chi fa il mestiere e di chi usufruisce di questi servizi. E il sottosegretario all'Interno Marcella Lucidi, che ha fatto sapere di voler portare la proposta in Consiglio dei ministri, intende anche lei legalizzarla?
Se non e' questo che il prefetto voleva dire, e non sono queste le intenzioni del sottosegretario, ho il timore che, per l'ennesima volta, ci si sara' riempita la bocca di buoni propositi presentati con la mascella dura del tutore dell'ordine e con l'autorevolezza di far parte di un Governo, ma che l'andazzo in materia non subira' alcuna modifica.
Se si continuera' ad affrontare la prostituzione solo in termini di ordine pubblico e quindi con la repressione, si continuera' a prendere iniziative nel solco di tutte quelle che sono state prese fino ad oggi da quando l'adescamento e' diventato prima reato (legge Merlin del 1958) e poi illecito amministrativo (dlgs 507/1999), ma che comunque non ha impedito che il sesso a pagamento costituisse uno dei maggiori business, insieme alle droghe illegali, della malavita organizzata.