AngellottiAppunti: a proposito del Razzismo
Recenti episodi di cronaca hanno portato alla ribalta ridondante ed accrescitiva dei mass-media il c.d. “razzismo”. Si è soliti affermava che gli italiani siano “brava gente”, immuni dal male razzismo. Eppure ci sono state le Leggi Razziali, il giornale “La difesa della Razza”, la Risiera di San Sabba, Le SS Italiane, ecc. Per non parlare dei metodi disumani per piegare la resistenza libica all’imperialismo littorio, e l’uso dei gas venefici nella Guerra d’Etiopia: guarda caso, in entrambi le circostanze, nei confronti di “Razze inferiori”. Insomma il popolo italiano non è né migliore né peggiore degli altri quanto a tolleranza etnica. Certo, non si è mai arrivati alle mostruosità hitleriane, ma forse soltanto per la cronica disorganizzazione italica. Insomma un problema razziale è sempre esistito e sempre esisterà. La pretesa illuminista della innata bontà umana stride con le continue prove contrarie. Melville nel suo profetico “Benito Cereno” fa dire, in fine del romanzo, al protagonista, che il suo problema è “il negro”. Non è possibile, almeno da noi, fare a meno degli immigrati, salvo fare come i giapponesi che risolvono, pure in parte, il problema attraverso l’automazione e la robotica. In ogni caso, ormai, da noi si sono installate solide e nutrite comunità di stranieri che sarebbe difficile fare sloggiare, anche con l’uso della forza (si pensi a ciò che è recentemente successo in Campania). Non è facile accettare la miseria di chi di continuo ci offre accendini, orologi fasulli e prestazioni sessuali a pagamento. È naturale che ci urtino, ma dovrebbero ben più urtarci i nostri politicanti disonesti. Se dunque noi non siamo perfetti, perché dovrebbero esserlo persone di altro colore che lottano, pure infastidendoci, per sopravvivere? Tollerare, tollerare, tollerare! Ricordiamoci di quando noi italiani eravamo “i negri d’Europa”, venduti, per esempio, nel dopoguerra alle miniere di carbone belghe, con la terribile disgrazia di Marcinelle.
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