La verità non sta nel mezzo. Giriamolo, questo nostro Piceno: in città, al mare, in campagna, negli uffici, nei negozi, dentro le case. Non è come girare per Copenaghen, che pure nessuno s’è sognato di incensarla improvvisamente capitale di qualcos’altro oltre che di Danimarca. Il marcio è da noi.
Ma se un venerdì andiamo a prenderci un aperitivo serale da EUSEBI Arredamenti, pare tutto cambi. Ambientazioni spettacolari, mobili impareggiabili, il meglio del contemporaneo. E la mostra “Premio Compasso d’Oro ADI”. Da ingolfarsi di design.
A Porto d’Ascoli, d’accordo.
“Cose di moda che non passano di moda”. Prodotti d’élite. Bella gente, presidenti, autorità, vicesindaci. E la folla dei piccoli architetti di domani, spaesatissimi.
Sorridevoli presentazioni, ringraziamenti, interventi, applausi. Anche un po’ di sostanza, si capisce. Quelli più vicini ascoltano sulle starks invisibili, gli altri sul design si “accomodano” e si “appoggiano”: guardare, toccare, sognare, pensare.
Ma se butti l’occhio fuori dalle vetrine, sullo stradone di Porto d’Ascoli, sul traffico, sui commerci, sui parallelepipedi commerciali, sulle scritte giganti, altro che design!
Viviamo proprio una performance provocatoria: il design più alto accanto al marcio urbano. Piceno, non Danimarca. Ci vorrebbero davvero il coraggio di Olivetti a Parigi, le intuizioni di Giò Ponti, le illuminazioni di Fornasetti. Funzionerebbero?
Altra epoca, la nostra. Il design ha bisogno di bisogni. E di spazio, di vuoti, di invenzioni, di educazione, di fantasia, di ottimismo, di incoscienza. Di tecnologia meno, di specializzazione meno, di pubblicità meno. Di politica meno ancora. Di furbizia, no. Oggi invece abbiamo ingredienti fasulli, zero design, quindi. E’ possibile un “ritorno al reale”? A guardare la Danimarca, sì. A guardare il Piceno, è difficile: immersi come siamo in cineserie, lussi fotocopiati, edifici brutti, piazze orribili, lungomari snervanti. Inseguiamo modelli osceni, miti falsamente vincenti, ci globalizziamo nei supermercati, ci meniamo per un telefono cromato o per un jeans più strappato ancora. “Senza design si vive male” ma non ce ne curiamo.
Fortuna Eusebi. Forse il design in mostra non è alla portata di tutti, ma qualcosa per tutti c’è. Per esempio quegli aeroplanini di legno appesi [ 2 pezzi incollati, 2 colori, diverse taglie ] non perdeteveli. Semplici. Belli. Per niente tecnologici. Sembrano giocattoli, fanno pensare. Design primordiale che vola.
I sindaci del Piceno dovrebbero comprarne a centinaia e appenderli ovunque, a simboleggiare il design (facile) che, volando, passa e ripassa sul Piceno finchè non lo capiamo. Finchè non cambiamo.
Ma ce ne vuole, per diventare “Capitale del design”…
10.5.’09 PGC
*Aperitivi con il Design
8 -29 maggio ’09 + Mostra “Premio Compasso d’Oro ADI”
Show Room Eusebi Arredamenti SBT
Caro Piero Giorgio Camaioni,
ti abbraccio virtualmente, perché condivido molte cose che tu dici, il paesaggio è marcio, sarà perché la democrazia è difficile
sarà perché siamo un po’ africani e figli di conquistatori, sarà perche non vogliamo pagare il nostro passaggio, ma questo è il mondo in cui viviamo.
Il design, è un grande progetto a costi sostenibili, ma come tutti i sogni si scontra con la realtà, sta’ a noi perseguirlo anche se in piccole cellule
di sognatori che cercano un mondo migliore senza clamori.
A presto
Enrico Tonucci
Presidente ADI marche