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Scavi archeologici nelle montagne di Atapuerca, in Spagna |
“I nostri antenati erano cannibali… alcuni ancora oggi”
Ricerche paleontologiche iterate nel tempo hanno dimostrato che i nostri predecessori sulla Terra sono stati cannibali. Nel 1974 il ritrovamento dello scheletro di un Australopitecus (risalente a 3 milioni di anni fa), noto come Lucy, confermò queste teorie poiché aveva il volto scalfito da pietre scheggiate. Non essendo in uso la pratica di coprirsi con pelli animali, la scarnificazione umana in quel periodo può essere associata solo al cannibalismo, difficile stabilire se sia stata una pratica cultuale o un’abitudine diffusa. Altro esempio di cannibalismo preistorico è stato rinvenuto 60 anni fa nella Grotta Guattari, Circeo: si tratta di un cranio che ha circa 60 milioni di anni e su cui sono stati rinvenuti tagli prodotti da pietre affilate (o denti di iene come attestano le più recenti ricerche). Nuovi reperti sono stati individuati tra le montagne di Atapuerca, in Spagna, dove già nel 1994 furono trovati resti di ominidi vissuti migliaia di anni fa, come l’Homo Antecessor (800 mila anni). Gli ultimi sopralluoghi hanno portato al rinvenimento di centinaia di resti fossili, ancora in fase di studio, che sembra apparterrebbero a 10 individui differenti. Eduald Carbonell, coordinatore delle ricerche, dichiara che i nostri predecessori praticarono a lungo il cannibalismo e che si usava mangiare individui appartenenti a gruppi diversi dal proprio, soprattutto giovani o bambini: dai rilievi non è dato capire se si trattava di un rituale culturale o se furono necessità alimentari a diffondere questa abitudine inquietante. Sempre in area spagnola è un altro importante giacimento, la "Sima de los Huesos", dove sino ad oggi si possono contare 5.000 fossili, tra i quali si annoverano resti di individui preneandertaliani. Giungere dallo studio dei fossili a teorizzare pratiche di cannibalismo significa sottoporre a studio non solo i reperti, ma anche il territorio circostante, queste le procedure: individuare se nell’area di ritrovamento ci sono residui di oggetti legati alla vita quotidiana, o arsi dal fuoco, ciò significa che si trattava di un’area in cui si riuniva la comunità, così, ad esempio, si cercano incisioni lasciate da oggetti affilati oppure ossa spezzate per estrarre il midollo o ancora si ricercano eventuali segni di scottature come primitivi tentativi per rendere la carne più soffice e facile da staccare. Tutte queste azioni congiunte hanno portato a concludere che gli ominidi che abitarono Atapuerca erano cannibali. Studi di popolazioni più vicine a noi hanno portato ad individuare queste pratiche presso gli Anasazi, vissuti 800 anni fa nel sudovest del Colorado e in comunità della Papua Nuova Guinea, tuttavia sono inconsistenti le prove a dimostrazione che si tratti di un fenomeno su vasta scala e non di usanze isolate.
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Maria Lucia Peroni
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Cultura e Spettacoli |
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il 31 Jul 2006 alle 19:35 |
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