MISSIONE UMANITARIA IN PAKISTAN
IL CAPO DELLA PROTEZIONE CIVILE BERTOLASO CONSEGNA AI VOLONTARI MARCHIGIANI GLI ATTESTATI DI MERITO.
“Il lavoro svolto dalla Protezione civile testimonia la possibilità di operare insieme sui valori dell’uomo con spirito di pace e, in questo senso, il messaggio lanciato è una speranza che viene offerta al nostro Paese specialmente in questo momento di passaggio politico”. Queste le parole usate dal presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, per descrivere l’impegno dei volontari marchigiani impegnati nella missione umanitaria in Pakistan all’indomani del catastrofico sisma dell’ottobre scorso. Un impegno ricordato questa mattina nella sede della Giunta regionale in occasione della consegna degli attestati di merito agli oltre cento volontari coinvolti, a cui ha partecipato il capo dipartimento della Protezione civile, Guido Bertolaso. Presenti alla cerimonia anche il prefetto di Ancona, D’Onofrio, l’arcivescovo di Ancona Menichelli, il sindaco di Ancona , Sturani ed altre autorità civili e militari. Erano inoltre presenti gli assessori regionali alla Sanità e alle Attività produttive, Almerino Mezzolani e Gianni Giaccaglia. “La Protezione civile delle Marche – ha detto Bertolaso – è una delle nostre componenti meglio organizzate. Del resto, le due relazioni del Congresso americano sull’uragano Katrina e del Parlamento svedese sullo tsunami nel Sudest asiatico elogiano le competenze italiane che testimoniano, a mio avviso, la capacità di unire l’intelligenza e la passione”. Il presidente Spacca ha ringraziato medici, infermieri e volontari per il lavoro svolto, tra questi gli uomini dell’Ares (Associazione regionale emergenze sanitarie), dell’associazione dei Vigili del fuoco volontari, dell’Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) e della Protezione civile regionale, evidenziando come anche questa esperienza in Pakistan sia significativa del livello di eccellenza del sistema di protezione civile marchigiano. E le immagini del grande lavoro svolto dai nostri volontari sono sfilate in rapida successione nel corso della proiezione di un video che ha suscitato grande emozione. “Questa è l’Italia che vogliamo – ha detto Bertolaso al termine della proiezione – forse lo slogan più adatto in questo momento di inizio di campagna elettorale. Un grazie dunque alle Marche, a questa piccola grande regione a cui sono molto affezionato e di cui sono cittadino”. Bertolaso ha poi invitato al rispetto per il lavoro svolto dalla Protezione civile. “Un lavoro apolitico” lo ha definito. “In questo momento di polemiche, di ambasciate bruciate – ha poi continuato il capo della Protezione civile – sarebbe il caso di rispondere alle ironie sbagliate e alle reazioni esagerate con i fatti che dimostrano come la Protezione civile sia sempre intervenuta dove c’era bisogno senza porsi la domanda su chi si andava ad aiutare, di quale religione o di quale etnia fosse”. Al termine della cerimonia, dopo aver ricevuto gli applausi della platea, accompagnati dai ringraziamenti del presidente Spacca e da una targa con il logo della Protezione civile marchigiana, Bertolaso ha voluto consegnare personalmente ad ogni volontario un attestato di merito.
-LA MISSIONE IN PAKISTAN L’8 ottobre 2005 il territorio del Pakistan è stato colpito da un terremoto di magnitudo 7.2 che ha avuto effetti devastanti, provocando oltre 30.000 morti, un gran numero di feriti e ingenti danni. Il sistema mondiale della protezione civile si è attivato immediatamente. Il 15 ottobre 2005 il Capo del Dipartimento della Protezione Civile ha chiesto al presidente della Giunta regionale di inviare in Pakistan l’ospedale da campo della protezione civile ed il personale necessario al suo funzionamento. E’ stato inoltre chiesto di integrare con alcune strumentazioni ed apparecchiature elettromedicali la dotazione dell’ospedale. L’attività per consentire l’invio della missione è stata fin dall’inizio molto frenetica anche perché, al momento della richiesta, l’ospedale da campo era a Catania per partecipare alla esercitazione EUROSOT 2005. Una volta rientrato in sede si è reso necessario provvedere a modificare integralmente le modalità di stoccaggio del materiale (normalmente trasportato con l’impiego di quattro bilici) per consentirne l’agevole imbarco su un aereo cargo e, una volta sul posto, lo scarico ed il trasporto con le modalità possibili in un territorio così gravemente colpito. Sono state complessivamente movimentate oltre 21 tonnellate di materiale delicatissimo. Oltre all’ospedale è stato necessario inviare sul posto alcuni apparati radio, nonché un ponte radio. Una postazione sanitaria che è stato il punto di riferimento ospedaliero per un milione e 200 mila abitanti. Tutto il personale del servizio protezione civile e sicurezza locale ha collaborato, senza badare ad orari o mansioni, per organizzare nel pochissimo tempo disponibile la partenza: il personale del centro assistenziale di pronto intervento (CAPI) ha lavorato per più giorni fino a notte inoltrata. Contemporaneamente il restante personale si è attivato con uguale alacrità per svolgere tutte le attività necessarie: sono stati prenotati i voli, acquisiti i visti presso l’ambasciata del Pakistan, reperiti e acquistati farmaci, apparecchiature elettromedicali, strumentazione chirurgica, apparati satellitari. E’ stata persino acquistata una scorta di caramelle da destinare al reparto pediatria dell’ospedale da campo per confortare i piccoli pazienti. Infine, sono stati organizzati i turni di lavoro, il cui avvicendamento è avvenuto con una sovrapposizione di due giorni, per consentire un passaggio delle consegne, soprattutto per ciò che riguarda lo stato dei ricoverati, il più accurato possibile.
Primo Piano, 2006-02-10
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