Klezmer festival 2006, dopo la Bosnia si lavora per Ancona
BANJA LUKA, 2006-09-19 - Si è concluso la prima parte del Klezmer Festival. Quella che per la prima volta, nei suoi 11 anni di storia l’ha portato fuori dalla provincia di Ancona, e l’ha spinto al di là dell’Adriatico, a farsi portatore di pace attraverso la musica nelle città di Sarajevo e Banja Luka. Dopo i tre giorni trascorsi nella capitale bosniaca, il Festival con il suo pubblico si è spostato nella capitale della Repubblica Srpska. Da Ancona infatti erano partite oltre 100 le persone, fra turisti e artisti a bordo del pullman Cts, amministratori e funzionari regionali, nonché lo staff dell’Associazione, per seguire i concerti e le iniziative in programma e poter essere presenti all’inaugurazione del plesso sanitario di riabilitazione per minori, a Sarajevo e di quello termale per cure fisioterapiche e riabilitative a Slatina, realizzato dalle regioni Marche ed Emilia Romagna. “Il più importante progetto di cooperazione internazionale decentrata realizzato in Bosnia.“ come ha avuto modo di sottolineare l’Ambasciatore d’Italia in Bosnia-Erzegovina, Alessandro Fallavollita. Ad accompagnare il tragitto socio-sanitario, l’itinerario musicale, solcato dallo slogan del Festival “per la pace tra i popoli”, si è snodato tra gli scenari offerti da due città molto diverse tra loro. Sarajevo, vivace, piena di giovani, con scorci paesaggistici dove sembrano lontani gli anni del suo atroce assedio, fatta eccezione per le segnalazioni “pericolo mine” che costellano i suoi monti; ma anche una Sarajevo della memoria che, attraverso i racconti delle persone incontrate, una guerra ancora troppo vicina per poter essere dimenticata. A far da contraltare Banja Luka, posizionata nella parte serba della Bosnia, paesaggi verdeggianti in cui la guerra non è praticamente mai arrivata. A sancire il successo della missione culturale” del Festival le parole di Moni Ovadia, presidente onorario dell’Associazione musica klezmer, oltre che carismatico artista: “Il Klezmer Festival ha compiuto un salto importante. All’undicesimo anno di età ha preso l’unica strada che gli permette di crescere. E non esisteva posto migliore per iniziare questo nuovo cammino”. La chiusura di questa prima edizione oltre Adriatico è toccata ad uno degli artisti simbolo del Festival: Giovanni Seneca. Che con il suo trio è stato calorosamente applaudito anche a Banja Luka. Si torna a casa con una bella esperienza vissuta, con la consapevolezza di aver lasciato un segno, anche se piccolo di solidarietà e di pace. E perchè no, si torna a casa con qualche amico in più, che, in questo scambio ideale fatto di cultura e musica, sarà protagonista di alcuni appuntamenti di ottobre ad Ancona.
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