Ljudmilla Socci sarà presente al Photographic Portrait Prize 2006
JESI, 2006-09-12 - Ljudmilla Socci, fotografa anconetana, raggiunge un prestigioso traguardo: la National Portrait Gallery di Londra esporrà un suo ritratto, intitolato Chiara. La galleria, che ospita la più vasta collezione di ritratti al mondo ed è tra le più autorevoli sedi espositive mondiali, quest’anno festeggia il centocinquantesimo anniversario dalla fondazione. Dopo una selezione che ha coinvolto circa ottomila immagini, solo in sessanta parteciperanno al Photographic Portrait Prize 2006, il concorso di ritratti fotografici che promuove e celebra fotografi ritrattisti contemporanei. L’esposizione è organizzata dalla National Portrait Gallery di Londra e per l’occasione sarà realizzato un catalogo illustrato. Le opere saranno in mostra dall’8/11/2006 al 18/2/2007 alla National Portrait Gallery, St Martin’s Place, a Londra.
L’artista, che vive e opera tra Ancona, Londra e Berlino, sta sviluppando iniziative anche in Italia, ed è seguita e promossa da Noicultura di Jesi. Il suo sito Internet, http://www.ljso.com, offre un vasto panorama sulla sua produzione artistica.
Ljudmilla Socci da sempre crede in una fotografia capace di suscitare emozioni e raccontare percorsi. Il suo obiettivo cattura l’evento nelle segrete verità che animano la condizione umana. Così prendono forma immagini fondate sul passaggio velato di una luce o di un’ ombra, sullo smorzarsi o l’accentuarsi di un contrasto. Un universo artistico denso di interrogativi, carico di reconditi significati, l’ha fatta intraprendere un laborioso cammino nel quale convivono temi differenti, accomunati da una lucida sensibilità.
Nascono serie di foto che narrano avventure emotive di indubbio fascino.
Moods, una delle prime sperimentazioni dell’artista, esprime la drammaticità della vita posata sull’uomo. Lo studio del corpo e del volto, in bianco e nero, si basa sull’alternarsi di luminosità e oscurità, sulle convulse pieghe della pelle, sulle ferite dell’anima. Corpo come materia, frazioni di solitudine accarezzate da una luce vitrea, come arroccata sul dolore dell’esistenza. Volti compressi in spazi bui, pronti a donarsi alla sofferenza, immolando i loro respiri ed i loro movimenti.
Numerosi riferimenti cinematografici e scientifici per Cyb, serie di immagini che delineano in modo metaforico la relazione tra uomo e macchina. L’uomo è destinato a morire, lasciando il posto ad un nuovo essere, una sorta di ibrido tra se stesso ed il mezzo meccanico. Un processo che l’artista vede inevitabile, inesorabile. Cavi elettrici su volti inconsapevoli, grembi gravidi di plastica, cellophane e sangue a suggellare una nuova nascita.
Scars. Cicatrici come biglietti da visita delle anime. Grandi dimensioni per una serie che va dritta all’occhio dello spettatore. Segni incancellabili che ridefiniscono la pelle e, spesso, ridisegnano la mappa dello spirito. Le foto sono manipolate, scavano nella fragilità e nella mortalità dell’umana esistenza, rivelando a poco a poco un destino fatto di tessuti e peluria. Una fibra nuova si forma e si trasforma,arrecando con sé un bagaglio di forza e fragilità. Ljudmilla Socci esprime in maniera originale il dolore, ovvero con sfumature ed armonie perfette.
Onde di colore e realtà ispirati a concetti futuristici danno luogo a X-can, una serie di foto in cui il tempo si fa fluido e pronto ad assecondare stati d’animo diversi. Una tecnica sperimentale innovativa permette la dilatazione della percezione visiva, regalando allo spettatore la magia di un continuum vitale irripetibile.
La serie Portrait rappresenta il culmine di autenticità ed eleganza dell’opera di Ljudmilla Socci. Scatti che si tramutano in racconti di vita, sguardi che schiudono microcosmi anelanti di luce e di ascolto. I soggetti ritratti lasciano che l’obiettivo invada il loro animo, tuffandosi in una quotidianità intessuta di pensieri e parole. Una patina perlata si posa su queste foto: è quella del tempo, che scorre, per poi fermarsi, sull’umana esistenza.
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