di Pasqualino Piunti*
Le considerazioni dell’ex assessore Nazzareno Torquati rispecchiano in pieno l’intervento che martedì 29 luglio io effettuavo in consiglio provinciale – come relatore della costa – sulle delibere per la divisione dei beni tra Ascoli e Fermo. Le amministrazione che si sono succedute negli anni hanno sottovalutato la determinazione e le rivendicazione del fermano. Certo il territorio ora è più povero, ma mentre per quello ascolano c’è già una realtà consolidata, per Fermo si tratta di un autentico salto nel buio.
Ritengo che sulla legge 147/04 si sia fatta tanta accademia e solo pochi si sono soffermati a valutarne i reali benefici.
Adesso invece rileviamo che chi si è proposto come paladino della nuova provincia o, al contrario, come strenuo difensore dell’unità di quella vecchia, oggi sieda tranquillamente e indifferentemente su qualche scranno importante in parlamento, tanto da far nascere il dubbio che la discussione sia stata più sul contenitore che sui contenuti, con conseguente ritorno di visibilità personale, piuttosto che all’effettivo beneficio dei cittadini ai quali sono state toccate sapientemente le corde del campanile. Oggi la nuova provincia è realtà e quindi bisogna fare di necessità virtù. E’ proprio in questo contesto che brilla l’assenza dell’amministrazione comunale di San Benedetto che con il suo sindaco non ha mai ritenuto di partecipare alle riunione della commissione paritetica, demandando di fatto tute le decisioni a Fermo ed Ascoli.
Un sindaco che nel suo programma elettorale mette al primo posto “La città grande” (rimasta sulla carta) proponendosi come punto di riferimento dei Comuni vicini, ha dimostrato una timidezza politica per nulla incoraggiante per la nuova fase che invece deve vedere San Benedetto rivendicare quel ruolo che la sua dinamicità, la sua storia e la sua posizione geografica impongono. Il tutto con chiarezza e lealtà nei confronti di Ascoli, ma sicuramente privi di quella sindrome di Stoccolma che invece sembra aver colpito l’amministrazione rivierasca, che su questo argomento si è dimostrata molto ligia a sottoscrivere documenti interni propedeutici per piccoli e meschini regolamenti di conti dentro il centro sinistra, ma, al contrario, incapace di proporsi come soggetto autorevole, affinché a San Benedetto venga riconosciuto il prestigio che i suoi cittadini meritano.
Occorre quindi sin da subito aprire un tavolo di discussione con Ascoli affinché da questa divisione si possa arrivare ad una forma di pianificazione che esalti questa parte di territorio dove la nostra città dovrà essere sicuramente protagonista.
*Vice Presidente
Consiglio Provinciale