Afterhours - Live @ Estragon - Bologna 30-09-06
Quante volte ho visto dal vivo gli Afterhours? Un pensiero mi coglie all'ingresso dell'Estragon, il rock club di Bologna dove questa sera si esibiranno Manuel e soci. Nove, dieci, quindici volte? I ricordi svaniscono tra locali fumosi e festival estivi, le immagini di Greg Dulli, Mercury Rev, Andrea Viti e Xabier Iriondo si confondono nelle curve della memoria. Faccio un breve conteggio e concludo che, ad occhio e croce, li ho visti undici volte. Più di De Gregori, più di Guccini, addirittura più di Springsteen. Il concerto inizia con "E' la fine la più importante", "La vedova bianca" e "La sottile linea bianca", canzoni dell'ultimo album, cantate in italiano. La gente, sotto al palco, balla e canta. Manuel, non in gran serata per via di un raffreddore, ringrazia. Sorrido, anche Manuel alla fine è sceso a patti con il suo pubblico, dimenticandosi i tempi in cui cantava in inglese e litigava con tutti. Poi si soffia il naso e lancia il fazzoletto tra la folla... però, sotto sotto è sempre il solito "cazzone". "Dentro Marylin" e "Non è per sempre" conducono dritte al cuore del concerto. La band è compatta, Dell'Era al basso e Giorgio Prette alla batteria creano una base solidissima, sulla quale Dell'Era ai fiati, Dario Ciffo al violino e Ciccarelli alla chitarra disegnano sopra trame intense e cariche di psichedelia. "Come vorrei" è una sorpresa, con Manuel e Roberto Dell'Era entrambi seduti al piano ed Enrico Gabrielli ad esibirsi al sax. "1.9.9.6" e "Sui Giovani d'oggi ci scatarro su" scaldano l'atmosfera già bollente dell'Estragon. "Oceano di Gomma" e "Icebox" concludono la prima parte del concerto. I bis sono affidati a "Carne Fresca" e "Bye Bye Bombay". Poi Manuel si siede al piano ed esegue la beatlesiana "The Long And Winding Road". Il concerto si conclude con i due classici "Non si esce vivi dagli anni '80" e "Male di Miele", il pubblico dell'Estragon, in estasi, ringrazia. A presto After...
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