LA CIA SOLLECITA PER RICHIEDERE LO STATO DI CALAMITÀ PER I DANNI PROVOCATI ALL’AGRICOLTURA DAL CALDO
2007-09-28 - Insanabili i danni all’agricoltura causati dal lunghissimo periodo di siccità che, nei mesi scorsi, ha toccato la provincia di Ascoli Piceno. A riguardo la Cia Confederazione italiana agricoltori della provincia di Ascoli Piceno, da mesi a richiesto gli uffici periferici della Regione Marche di attivare la procedura di stato di calamità. Nelle settimine scorse molte Amministrazioni comunali della Provincia hanno deliberato di chiedere alla Regione Marche lo stato di calamità. Si ritiene che tutte queste voci autorevoli provenienti dal territorio esprimono profondo malessere, non possano che essere ascoltate. Sono pesanti, infatti, le conseguenze climatiche su frutteti, vigneti e seminativi in genere. Secondo i primi calcoli stilati dalla Cia provinciale, dopo il grande caldo che ha caratterizzato un lungo periodo dell’inverno e dell’estate, si continuano a riscontrare danni ingenti per l’agricoltura. I danni accumulati su alcune coltivazioni sono irreparabili, mentre su altre come i frutteti in asciutta di pesche, albicocche, ciliegie, o di ortaggi in irriguo, per le alte temperature estive, quali melanzane e zucchine in particolare, sono gravi. Non è più rosea la situazione per i vigneti, dove la produzione si è ridotta del 50% rispetto ad annate medie; ancora più “magre” alcune vendemmie su vigneti esposti a sud su terreni asciutti. Anche gli oliveti hanno sofferto moltissimo e hanno accentuato la perdita di frutti. Risultano danneggiate, inoltre, anche molte coltivazioni di mais e di frumento. La Cia ritiene basilare avviare un monitoraggio per verificare le zone colpite e quantificare l’entità dei danni che comunque stima ingenti.
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