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"La leggenda del buon cibo italiano" (Fazi, 2006) |
Paolo C. Conti “La leggenda del buon cibo italiano”
Mucca pazza o pesce al mercurio? Noi consumatori europei siamo, un giorno si e l’altro pure, davanti a rischi per la salute a causa degli alimenti che prepariamo o che ci troviamo nel piatto, spesso ignari rispetto ai potenziali pericoli derivanti dalla storia di quel prodotto. Conviene tapparci il naso o sospettare anche dello chef da guida Michelin? Sicuramente un pò di sana - è proprio il caso di dirlo - informazione a riguardo non guasterebbe, anche se troppo spesso stampa e ancor più televisione non sono in grado di rassicurarci di fronte a temi scottanti (vedi il caso della psicosi da influenza aviaria) o perlomeno di fornirci quelle informazioni che sarebbero necessarie a compiere una scelta consapevole come cittadini consumatori. Se siete nostalgici del giornalismo d’inchiesta alla Report applicato al mondo del cibo (come fu per il vino o per la carne bovina) il libro di Paolo C. Conti “La leggenda del buon cibo italiano” (Fazi Editore, 2006 - € 15) non deluderà le aspettative, soprattutto se considerate il panorama editoriale italiano: sono più le volte in cui si parla di cibo in maniera solo edonistica o addirittura folcloristica rispetto alla necessità di avere informazioni utili su cosa mangiamo ogni giorno. Conti, che si occupa di cibo da anni per Nòva24, cerca di approfondire quanto si nasconde dietro alla concezione oramai assodata che il cibo italiano sia il più sicuro e genuino, cercando di disilludere a riguardo grazie alle informazioni raccolte sia con interviste a ricercatori e operatori di filiera che con la propria personale attività giornalistica in giro per l’Europa e non solo. Ci parla dei problemi di innocuità reale o presunta degli alimenti che circolano tra le mura della Comunità europea, esplorando, cronache alla mano, i rischi di ogni anello delle diverse filiere alimentari e affrontando il dilemma tra complessità delle trasformazioni subite da materie prime e semilavorati e tracciabilità “dal produttore al consumatore”. Ci informa di una guerra in atto, quella fra tecnocibo ed ecocibo, con una società moderna sospesa tra alimenti sempre più sintetici, frutto di chef in camice da laboratorio, e naturalezza delle produzioni agroalimentari che è troppo spesso più lifestyle che sostanza. Certo non ci rassicura come vorremmo, compito che spetta alle istituzioni, ma è in grado di sensibilizzare forse più di molte campagne informative, perché sfogliando le pagine de “La leggenda…” ci si rende conto di quanto non ci viene detto o forse non cogliamo con la giusta attenzione, dei problemi legati tanto agli additivi alimentari quanto agli OGM. Preziose pagine finali quelle relative ai consigli dell’autore: su come orientarsi nell’acquisto dei cibi, nella preparazione domestica, cercando di coniugare le necessità della vita di oggi con quelle di una alimentazione più attenta. Una finestra sul mondo reale dell’agricoltura, dell’industria alimentare, dei laboratori e degli organismi di controllo; pagine che ci lasceranno forse un pò di amaro in bocca ma anche qualche sana consapevolezza in più. Destino di noi cittadini consumatori.
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Francesco Serafini
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Recensioni |
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il 30 Dec 2006 alle 14:22 |
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