Storie di ordinaria umanità nel diario di una ragazza del Piceno che trascorre un anno in un Paese lontano/6
2006-12-06 - In questa puntata la nostra Serena arriva in un luogo spettrale che in realtà si rivela pieno di sorprese e dove mai avrebbe immaginato di trovare persone, soprattutto ragazzi, che conoscono benissimo l'Italia!
La mia coordinatrice, Rocío Paz, oltre ai mille impegni in Aprodeh (appartenere al settore "capacitación" significa essere disposti a fare corsi di aggiornamento per gli altri settori in base alle esigenze e alle priorità dell’organizzazione), svolge diverse attività nella comunità in cui vive, Villa El Salvador. Alcune settimane fa mi ha invitata a partecipare ad un corso settimanale durante il quale impartisce lezioni ai giovani promotori del suo quartiere.
Breve parentesi sulla societá civile peruviana
Dal rapporto finale della CVR è emerso che alcuni degli elementi che hanno favorito l’instaurarsi ed il perdurare della violenza nel Paese sono stati: la frammentazione della società civile, l’isolamento di alcune comunità e la disinformazione rispetto a diritti e doveri dei cittadini. Per colmare queste lacune ed evitare così che situazioni di violenza si ripetano, si sta cercando di creare un tessuto sociale compatto, dinamico ed informato. La popolazione dei numerosi "distritos" di Lima si sta coagulando in organizzazioni religiose, laiche, sportive e, per ognuna di esse, vengono nominati giovani rappresentanti ("lìderes juveniles" o "promotores culturales"). Questi ragazzi hanno il compito di informarsi su temi di politica, diritto, educazione allo sviluppo per poi creare corsi all’interno della organizzazione alla quale appartengono. In tal modo contribuiscono a creare una società civile che partecipa e riflette sulla vita politico-sociale del proprio paese. Questa è una delle realtà sociali in cui si inseriscono le ong e le altre istituzioni, per diffondere il loro lavoro e farlo arrivare al maggior numero di persone.
Il corso e´iniziato agli inizi di novembre e si tiene a Villa El Salvador, un "distrito" del "cono sur" di Lima. Quando sono arrivata per la prima volta a Villa credevo che Rocío avesse sbagliato indirizzo: avevamo con noi cartelloni, proiettore e tutto il materiale necessario e non riuscivo a capire perché col taxi ci fossimo fermate in quel posto dove, invece delle strade, c’era solo tanta terra, le case sembravano dover cadere da un momento all’altro e i cani, pieni di pulci, avevano lo sguardo triste. Villa mi sembrò uno di quei "distritos" di Lima dove la povertà si respira e mette i visitatori a disagio.
Dopo aver percorso alcuni metri da dove ci aveva lasciate il taxi, abbiamo svoltato l’angolo e in mezzo alla terra, tra abitazioni scalcinate, c’era una casa tutta colorata! Ho scoperto poi che è la sede di un’organizzazione culturale chiamata “Arena y esteras”. Letteralmente significa “terra e stuoie”, gli elementi di cui é fatta Villa. All’inizio, negli anni ‘70, quando i primi abitanti migrarono in questa zona, le case erano fatte di pali di legno e stuoie. Ora di quel materiale sono rimaste solo i tetti.
Una volta entrata nella casa, ho dimenticato tutto quello che avevo visto fuori. Tanti ragazzi mi hanno dato il benvenuto e mi hanno fatto sentire subito una di loro. Churro, il più estroverso, mi ha fatto fare il giro dell’abitazione e mi ha mostrato, orgoglioso, i vari locali che si sviluppano su tre piani. Ci sono dormitori, sale studio e perfino una mensa, dove la cuoca mi ha offerto un caffè, appena uscito da una moka: che ci fa lì?
Alcuni dei ragazzi, dopo aver appreso la mia nazionalità, hanno iniziato a tirar fuori le parole italiane che conoscevano. Io, da brava occidentale, ho subito pensato che le avessero imparate da qualche turista, anche se in effetti Villa non mi sembrava un quartiere così turistico visto che dalla mia guida non veniva neppure menzionato. Churro mi ha rivelato di aver visitato diversi paesi in Europa tra i quali il mio: “La gente è simpatica in Italia” mi diceva. Io cercavo di camuffare la mia incredulità. Mi sembrava abbastanza impossibile che un gruppetto di ragazzini peruviani, provenienti da quella zona di terra e stuoie, potesse permettersi il lusso di un viaggio intercontinentale. Ovviamente li assecondavo, mi parlavano di città specifiche e riuscivano perfino a collocarle geograficamente. “Che bravi - pensavo - se la sono studiata proprio bene la cartina!”.
Ho iniziato a capire che era tutto vero, quando il loro maestro, Aturo, mi ha spiegato brevemente cos’è "Arena y Esteras" e che attività promuove. Churro, Edít, César e altri fanno parte della scuola di teatro e di circo; per questo hanno l’opportunità di fare tournée all’estero dove si esibiscono in numeri circensi ed impartiscono ad i piccolissimi lezioni di giocoleria. Fortunatamente ho avuto il piacere di vedere alcuni loro spettacoli teatrali. Al piano terra della casa di "Arena y Esteras" c’é il “teatro”, uno stanzone grande con quinte al posto delle pareti ed il cielo sostituisce il soffitto. Incredibile!
In maggio dovrebbero tornare in Italia, mi hanno detto che saranno a Milano e a Padova. Io sto facendo pressioni perché facciano una sosta nelle nostre zone, vedremo. Ad ogni modo, per i piú curiosi, il sito dell’associazione culturale è: http:\\www.arenayesteras.org
(da provincia.ap.it)
Serena D'Angelo
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