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Alfonso è al sicuro. Riceviamo e pubblichiamo integralmente

2006-11-24
Sono Oimpia I. abito a Firenze.

Ho deciso di scrivere a codesta readazione perchè vorrei far sapere come
certe comunita in specifico la Comunità Di Nova-Contrada Menocchia,
149-Montefiori dell'Aso di S.Benedetto del Tronto tratta persone come mio
fratello, che ha fatto parte di quella Comunità per circa 1 anno.

Mio fratello è tornato a Firenze per una verifica di 4 giorni, quando è
tornato è stato provocato deliberatamente da un operatore, lui ha reagito
tirandogli uno schiaffo.Per questo lui è stato buttato fuori per la strada
che non si reggeva in piedi perchè era in attesa di un intervento.
Ha chiamato la comunità piangendo, chiedendo scusa e chiedendo di poter
tornare, ma gli è stato risposto che poteva andare a dormire alla stazione
con i barboni.Io mi chiedo quanto professionale è questa comunità
terapeutica che non è in grado di contenere il disagio di una persona e
quindi se ne sbarazza negando ad uno uomo di 49 anni con 30 anni di
eroina che vuole cambiare questa possibilità.Le leggi italiane prevedono
che se abbandoniamo o maltrattiamo un cane siamo persuiti dalla legge e
non tutela un essere umano.A firenze questo non sarebbe successo, perchè
anch'io sono un operatore sociale, ma per la strada, a meno che non sia
una scelta personale non viene "buttato" nessuno.

Tramite l'assistente sociale di Firenze che si è informata presso la
Comunità ho saputo che lui è rimasto a S.Benedetto del Tronto e si è
rivolto al S.e.r.t. So che gli danno da mangiare, perchà non ha soldi.Lui
desiderava continuare il programma per poter cambiare vita e adesso mi
chiedo che fine farà considerando che solo se lui rifà uso di stupefacenti
può chiedere di entrare in un altra comunità. Ho perso una sorella 3 anni
fa che è stata ammazzata Pisa e trovata in un bosco dentro a un sacco,
hanno parlato di lei anche a "chi l'ha visto", non voglio che succeda
qualcosa anche a lui.
Lascio a Voi le conclusioni che credo non mancherete di tirare.

Vi sarei grata se vorrete pubblicare questa mia lettera e aiutarmi a
lottare contro chi abusa del "potere" che gli viene dato, perchè un
operatore può permettersi di provocare, ma chi è stato penalizzato è una
persona che se non avesse avuto problemi non sarebbe stato lì.

Trovo che questa mancanza di professionalità, portando all'interno della
comunità le proprie cose personali, che invece dovrebbero restarne fuori,
non sia accettabile considerando la delicatezza e le problematiche che
comunque la tossicodipendenza porta con se'.

Ed è inutile andare poi nelle chiese a fare testimonianza per prendere soldi, quando
poi si lascia per la strada al freddo e senza mangiare una persona. Vi
sarei grata se vorrete rispondermi anche per dirmi che non siete  interessati.
 

nb: la ns redazione ha contattato l’Ass. Dianova onlus e pubblichiamo di seguito le loro considerazioni in merito al caso segnalato.

2006-11-25
Per rispetto della privacy del Sig. Alfonso I. non riteniamo opportuno addentrarci nelle vicissitudini terapeutiche relative all'anno trascorso in comunità. Vogliamo solo segnalare che lo stesso aveva più volte dimostrato e agito un atteggiamento violento sia nei confronti degli altri utenti che verso gli stessi operatori.
Il regolamento interno della comunità, più volte illustrato al Sig. Alfonso I. è altrettanto chiaro su tali episodi di violenza. L'aticolo 4 del regolamento interno della comunità, prevede che la mancanza di rispetto nei confronti del personale dell'ente e degli altri utenti, così come la manifestazione di violenza fisica o intimidazione è motivo d'espulsione. Questa regola serve per la tutela stessa degli utenti e degli operatori. La comunità infatti, a differenza di un carcere, è un luogo dove le persone scelgono di entrare liberamente.
Tale libertà è soggetta però al rispetto reciproco delle regole di convivenza.
La decisione di allontanare un utente dalla comunità non viene assolutamente presa con leggerezza e si arriva a tanto solo se avvengono atti, reiterati nel tempo, di violenza ingiustificata.
Il Sig. Alfonso I. in nessun momento ha subito provocazioni da parte degli operatori.
Ha vissuto un anno nella comunità essendo perfettamente a conoscenza del regolamento interno, che ha comunque mancato non rispettandolo più volte.
Consapevoli di lavorare con persone problematiche e disagiate, il livello di tolleranza e di intervento educativo non mancano di usare tali episodi per rielaborarli insieme e proiettarsi verso un graduale percorso di cambiamento.
Se però dopo un anno di programma, tali episodi si ripetono e la persona non dimostra la volontà di cambiare queste modalità irrispettose, diventa necessario applicare provvedimenti e misure estreme come quelle dell'espulsione.
Per ulteriori chiarimenti vorremmo invitarla a visitare in qualsiasi momento la comunità di Montefiore per rendersi conto direttamente della realtà.

Cortesemente èquipe Dianova Montefiore dell'Aso

 

 

 

2006-11-26
Sono I. Olimpia,
ringrazio codesta redazione per la disponibilità e la sensibilità dimostrata al caso di mio fratello.
Purtroppo, non riusciamo più a contattarlo e ho saputo da un'amica che abita lì che è in piazza e va a mangiare alla caritas.Non oso pensare che si sia perso di nuovo, dopo gli sforzi che aveva fatto  per cercare una vita migliore.
Ho sorriso alla risposta della comunità e dei suoi regolamenti ( non vedo cos'altro avrebbero potuto dire), considerato il bel risultanto che umanamente sono costretta a vedere, anche se il direttore della Comunità di Roma, che fa sempre parte della stessa struttura mi ha contattato e mi ha detto che avrebbe ripreso Alfonso nella sede di Roma. 
Alfonso per ora ha smesso di rivolgersi alle strutture ed è per la strada.
2006-11-29
ringrazio la redazione de ilmascalzone.it per la dispobilità e tempestività nell'aver accolto la mia lettera.

Vorrei dire che il vostro intervento ha avuto i suoi effetti e che Alfonso ora e di nuovo in comunità, non a quella di San Benedetto del Tronto, ma è stato ripreso dalla Comunità di Roma Sabina, grazie alla sensibilità dimostrata dal direttore Massimo Bagnaschi,  che non ha esitato a far tornare Alfonso e a permettergli di continuare nel suo programma di recupero.

All'arrivo è stato accolto con calore ed affetto dagli operatori e da  tutti, l'ho accompagno io stessa ed so che Alfonso è al sicuro.

Vi sarei grata se vorrete pubblicare questa mia per gratitudine a chi  ha dimostrato tanta umanità.

I. Olimpia

 

ndr: forza Alfonso, sono tutti pronti ad aiutarti.


  

Cronaca e Attualità

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