E´ IL BALLOTTAGGIO, BELLEZZA
Ah, i favolosi anni ´60! Le votazioni, che bei tempi! I candidati, col vestito buono, ti arrivavano fin dentro casa. Suonavano al campanello e ti chiedevano il voto come oggi. Ma ti portavano zucchero, pasta, caffè, fiaschi di vino, anche formaggio pecorino. Poi diventammo tutti "ricchi", e stop. Cominciarono asfaltature di strade e potature di alberi e siepi ad hoc. Un´evoluzione. Si prendevano così voti a pacchi: (quasi) tutti quelli di una strada, (quasi) tutti quelli di un isolato, (quasi) tutti quelli di una piazza, (quasi) tutti quelli di una campagna, bestie comprese. E col meccanismo delle preferenze, delle "quartine" combinate, degli "osservatori", (quasi) tutto era sotto controllo. Ci evolvemmo ancora: oggi non si capisce più niente. A primarie votazioni ballottaggi referendum (frequenti come le mareggiate) amministratori e candidati girano come trottole impazzite. Sempre porta a porta come l´immondizia, ma coi Suv. E propaganda più furba e globalizzata: asfaltature-lampo, inaugurazioni di cose finite e non finite, concerti, presentazioni di libri, gare sportive, mercatini, chalet, processioni, indulgenze, gabbianelle, gazebini e gazeboni. E camion e bandiere e palchi e fiere e raduni e messe...
Tutto amplificato dai media e dalla pubblicità, che negli anni `60 erano poca roba. Dibattiti, interviste-zerbino, comunicati, veline, esternazioni, confessioni, redazionali, immagini, filmati, siti, blog, feissbuc. Oltre alle associazioni miracolose che spuntano come gramigna: amici di.., sostenitori di..., parenti di..., figli di...
Come sfuggire? Noi tapini non possiamo. Ci si rintrossica pure la libera scelta d´andare al mare la domenica: ti "ordinano" pure d´andarci o non andarci. Domenica c´è il ballottaggio, bellezza. 13.06.´09 PGC
|